Cronache

La morte del parà Scieri, tre assolti e due a giudizio. La famiglia: "Nessuno paga"

Sono passati ventidue anni e la giustizia ci riprova. Ma la prima puntata del procedimento bis si chiude con una sonora sconfitta della procura

La morte del parà Scieri, tre assolti e due a giudizio. La famiglia: "Nessuno paga"

Sono passati ventidue anni e la giustizia ci riprova. Ma la prima puntata del procedimento bis si chiude con una sonora sconfitta della procura.

La morte del parà della Folgore Emanuele Scieri resta un punto interrogativo inquietante e un fallimento della giustizia italiana. Lo trovarono morto il 16 agosto 1999 ai piedi di una torretta di asciugatura dentro il perimetro della caserma Gamerra di Pisa. Era sparito da tre giorni e tuttora si resta sbalorditi a pensare che tutto sia avvenuto in una struttura militare, per di più d'élite. Ora il gup assolve i tre imputati che avevano scelto, al termine della faticosissima inchiesta bis la strada del rito abbreviato: l'ex caporale Andrea Antico, che doveva rispondere di omicidio volontario e per cui il pm aveva chiesto 18 anni di carcere e poi gli ufficiali Enrico Celentano e Salvatore Romondia che invece erano accusati di favoreggiamento. Gli altri due imputati, gli ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara, inquisiti per omicidio volontario, sono stati rinviati a giudizio e questo può consolare, almeno in parte, i familiari che da troppo tempo attendono giustizia.

Ma è chiaro che questa sentenza pesa come un macigno: le prove raccolte non sono state ritenute sufficienti e la tragedia del paracadutista, che scosse il Paese, si avvia a diventare l'ennesimo giallo senza soluzione. Per gli inquirenti, i tre sottufficiali presero di mira Scieri, arrivato a Pisa da poche ore, utilizzando i rituali del peggior nonnismo. Gli imposero numerose flessioni, poi lo picchiarono e infine gli ordinarono di salire con la forza delle sole braccia sul lato esterno della scala di sicurezza. Scieri, secondo questa ricostruzione, avrebbe cercato disperatamente di non perdere l'equilibrio, ma Panella alla fine gli avrebbe sferrato con un piede il colpo fatale, schiacciandogli la mano e facendogli perdere la presa. Il giovane precipitò a terra e lì rimase agonizzante. Il cadavere fu ritrovato dopo tre giorni di ricerche e sulle cause della morte si aprì una sorta di teatrino, senza alcun rispetto per un ragazzo di ventisei anni che era arrivato a Pisa con l'entusiasmo degli ideali e fresco di laurea in giurisprudenza. Ci furono colpi di scena, dimissioni dei vertici militari, prese di posizione della politica, ma alla fine non si arrivò a capo di nulla. Il fascicolò fu archiviato, nella disperazione dei genitori. Il padre di Scieri, oggi scomparso, disse un giorno al sottoscritto: «Nessuno ha pagato per la morte di mio figlio. Anzi, non si sa nemmeno se sia stato un omicidio, un incidente o, peggio, come qualcuno aveva ventilato, un suicidio». In realtà era evidente che si trattava di un'aggressione, andata oltre le intenzioni iniziali. Poi, con pazienza, la magistratura ha esplorato alla ricerca di nuovi indizi: nel 2018 Panella viene arrestato. La procura di Pisa ritiene di aver individuato i presunti colpevoli, ma l'ipotesi non si è rivelata del tutto convincente.

Panella e Zabara se la vedranno in aprile davanti alla corte d'assise ma questo verdetto gioca a loro favore.

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