Onorevole Antonio Tajani, il 22 settembre ci sarà la riunione Onu per il ventesimo anniversario della Dichiarazione di Durban, conferenza diventata sinonimo di intolleranza verso Israele. Stati Uniti, Canada, Australia, Austria, Repubblica Ceca, Olanda, Francia hanno annunciato che non parteciperanno. Cosa deve fare il governo italiano?
«Partecipare significherebbe incentivare l'antisemitismo. Non possiamo sposare le posizioni di chi vorrebbe cancellare Israele dalla carta geografica. Ricordo nel 2009 quando il ministro Frattini annunciò che l'Italia non avrebbe perso parte alla conferenza e quando Berlusconi sposò la proposta di Marco Pannella per l'ingresso di Israele nell'Unione Europea. L'Europa e il mondo hanno delle colpe verso il popolo ebraico, non possiamo abbandonarlo adesso. Tanto più in un momento storico in cui rischiamo la nascita di un nuovo Stato islamico con la vittoria dei talebani».
C'è chi sostiene che dovrebbe esserci una risposta comune di tutti gli Stati dell'Ue. Cosa ne pensa?
«Sì, l'Europa deve dare un segnale di fermezza e sostenere paesi che rappresentano presidi di democrazia, penso anche alla Giordania e al Marocco. Sulla difesa di Israele non può esserci titubanza, altrimenti rischiamo di accreditare chi compie azioni antisemite. Non bisogna concedere alcuna sponda perché si rischia di favorire l'estremismo e il fondamentalismo. Siamo per la pace, siamo convinti che debbano esserci due Stati, ma non possiamo pensare che Israele non abbia diritto a esistere e a difendersi. Non ci si può mettere dalla parte del carnefice dando del carnefice alla vittima».
Questa conferenza rischia di produrre un contraccolpo sulla credibilità delle Nazioni Unite?
«Purtroppo alcuni Paesi fondamentalisti cercano di utilizzare l'Onu per i loro fini, ma le Nazioni Unite non possono essere trasformate in uno strumento di propaganda, devono essere equidistanti e lavorare per la pace, senza farsi strumentalizzare, altrimenti si mette a rischio il multilateralismo. Sostenere tesi che di fatto incitano all'odio razziale, dimenticando quanto l'Europa ha vissuto con l'Olocausto e quanto ancora continua ad accadere, penso agli assurdi rigurgiti antisemiti e al negazionismo, non è assolutamente tollerabile.
Io, peraltro, continuo a essere favorevole e credo sia necessario che si continui a lavorare affinché l'Unione Europea ottenga un seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Rappresenterebbe un segnale di forza e una dimostrazione di unità».
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