Coronavirus

"Oggi disponibili 50 fiale", ed è caos. È un caso la profilassi per passaparola

I pazienti previsti non si sono presentati e le dosi in eccesso sono state distribuite. Un centinaio di persone assembrate per riceverle

"Oggi disponibili 50 fiale", ed è caos. È un caso la profilassi per passaparola

Ragusa. «Da adesso sono disponibili per oggi 50 dosi». Il cartello è stato affisso nella sede della Rsa dell'ospedale di Scicli, nel Ragusano, dove, nel giorno dell'Epifania, il vaccino antiCovid è stato somministrato (in parte) col passaparola. Com'era prevedibile, in poco tempo si è venuta a creare una calca di non aventi diritto pronti a vaccinarsi, in barba alla prima regola da rispettare per evitare i contagi: non fare assembramenti. Sull'episodio indagano i Nas di Ragusa che devono accertare eventuali reati o superficialità commesse e, per questo, è al vaglio la lista dei vaccinati non aventi diritto. Bisogna accertare se sia stata vaccinata gente a caso, come sostiene chi operava nella Rsa, oppure parenti e conoscenti come accusano alcuni non aventi diritto esclusi dalla lista.

Anche l'Asp 7 di Ragusa ha avviato un'indagine interna che ha portato già a un responso: «Non c'è stato alcun favoritismo a parenti e amici, semmai un po' di inesperienza in questa situazione nuova dice il direttore generale dell'Asp di Ragusa, Angelo Aliquò - Il responsabile del Distretto sanitario di Scicli aveva fatto diluire 154 dosi previste per gli aventi diritto che si sarebbero dovuti sottoporre alla vaccinazione il 6 gennaio, ma di questi si sono presentati soltanto in 110. Che fare dei restanti vaccini? Buttarli dopo il tempo previsto dal protocollo per la somministrazione o cercare sostituti? Mi risulta che siano stati chiamati medici in pensione che esercitano ancora, ma non hanno accettato e da lì si è innescato un passaparola col risultato che si è presentato un centinaio di persone».

Paradossalmente il giorno dopo i non aventi diritto che non sono riusciti a vaccinarsi il 6 gennaio perché le dosi erano terminate credevano di avere acquisito un diritto e, dinanzi al rifiuto dei sanitari, hanno protestato denunciando mancanza di trasparenza. C'è anche chi ha insinuato o denunciato apertamente sui social che a fruire del vaccino sono stati «parenti e amici». Il sindaco di Scicli, Enzo Giannone, con una nota al manager dell'Asp, ha chiesto di conoscere tempi e modalità di somministrazione del vaccino nei presidi sanitari del territorio. Anche perché quelle dosi erano destinate a Scicli, mentre ad essere vaccinati sono stati, tra gli altri, non aventi diritto provenienti dal circondario.

Il dg ha rimosso il responsabile vaccinazione del distretto, che comunque è rimasto operativo con mansione di capo distretto. «Ho assunto questa decisione per non alimentare polemiche, ma ritengo che, dal momento che ormai le dosi erano state diluite, bisognava utilizzarle e non sprecarle. Sarebbe stato certamente meglio se il responsabile avesse chiamato gli over 80 e altre categorie aventi diritto, ma è andata in questo modo. Dal giorno successivo è stata diluita una dose per volta in modo che non si ripetano più episodi analoghi».

Due le questioni: come mai una categoria ritenuta prioritaria come quella del personale sanitario ha disertato con una percentuale così elevata la vaccinazione? E come mai non si aveva a disposizione un elenco di sostituti aventi diritto da cui attingere? Il manager Aliquò risponde che «ci sono ancora diversi negazionisti tra il personale sanitario» e che «l'elenco adesso è stato redatto».

L'esperienza insegna.

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