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Patto Italia-Europa: via libera agli sbarchi. Porti (ri)aperti e "ridistribuzione"

Accordo tra cinque Paesi Ue sui richiedenti asilo Il ministro Lamorgese esulta: «Non siamo più soli»

Patto Italia-Europa: via libera agli sbarchi. Porti (ri)aperti e "ridistribuzione"

Chi arriva in Italia d'ora in avanti arriverà in Europa. Concetto fondamentale per cambiare rotta sugli sbarchi. Si parte da qui, da quello che si è detto e chiesto da anni ai nostri vicini europei. L'esito della riunione che si è svolta a Malta per affrontare il problema è positivo secondo il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, e l'Italia la spunterebbe sui due principi su cui si è battuto il chiodo da sempre: chi sbarca in Italia o a Malta sbarca in Europa, l'accoglienza ma anche i rimpatri di chi arriva non saranno più solo sulle spalle dei paesi di approdo. È la ministra dell'Interno che dal vertice con gli omologhi di Malta, Francia e Germania spiega: «Siamo partiti con il piede giusto. Questo è un primo atto, un primo passo per una vera azione europea. La politica migratoria va fatta insieme agli altri Stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta o in Italia arriva in Europa», ha commentato nel corso delle dichiarazioni alla stampa dopo il vertice della riunione.

Secondo le prime indiscrezioni è stata stilata una bozza di accordo che prevede una «condivisione del problema» ma adesso bisognerà vedere se questa proposta degli Stati «volenterosi» sarà accettata dagli altri Paesi dell'Unione. Le incognite sono ancora molte. Ma almeno il tema è stato centrato.

Tra le novità insieme alla distribuzione obbligatoria degli stranieri contenuta nella bozza di accordo firmata a Malta c'è la rotazione su base volontaria dei porti.

Entro quattro settimane i richiedenti asilo dovranno essere trasferiti negli Stati che firmeranno l'accordo. La conferma arriva dalla ministra dell'Interno che dichiara: «Contenuti concreti ci sono. Sono soddisfatta di questo incontro con altri Paesi europei perché si seguirà una linea europea». Dovrebbe essere la fine di una solitudine urlata e disperata trascinata per anni dal nostro Paese. «C'è consapevolezza che Malta e Italia sono la porta dell'Europa. Ci sono principi che devono essere rispettati da chi effettua il salvataggio. Sono molto soddisfatta perché sono stati sciolti nodi politici principali. Per adesso parliamo di navi delle Ong o altre navi. Al momento non sono contemplati gli arrivi con i barchini o i gommoni», ha proseguito. «Per chi non parteciperà - ha poi aggiunto - ci saranno sanzioni».

L'accordo avrà una fase sperimentale e si proverà ad estenderlo ad altri paesi. L'intero documento sarà discusso nel vertice Ue del prossimo 8 ottobre e proposto anche ai 24 paesi rimasti per ora a guardare.

Da New York il premier Conte ha commentato positivamente i passi in avanti: «Posso assicurare agli italiani che non arretreremo di un millimetro sul fronte dell'immigrazione», perché «uno Stato sovrano deve contrastare i traffici illeciti e l'immigrazione clandestina», ha detto Conte. Serve però «un più efficace meccanismo dei rimpatri» e su questo tema «stiamo lavorando intensamente con i partner europei». Il capo del governo ha aggiunto che «Macron mi ha dato grandi aperture, e c'è grande disponibilità da parte di partner europei.

Un po' più critico, sempre da New York come Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha detto che «la redistribuzione dei migranti non è la soluzione del fenomeno migratorio».

Il capo della diplomazia italiana ha quindi sottolineato che «la soluzione è il blocco delle partenze», stabilizzando i Paesi di origine dei flussi. Di Maio ha detto che, al suo rientro dall'Assemblea Onu di questa settimana, annuncerà «importanti novità sugli accordi per i rimpatri».

«Un consiglio a Lamorgese, non si faccia prendere in giro» ha dichiarato durante una diretta infuocata su Facebook Matteo Salvini dall'aeroporto di Genova. «Non venda fumo agli italiani, oggi ha sottoscritto un accordo che è una solenne fregatura, una sòla, come dicono a Roma».

«La redistribuzione non è prevista per quelli che arrivano con i mezzi propri», spiega Salvini.

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