Perquisiti otto No Vax: sognavano droni armati contro il Parlamento

I "Guerrieri" nascondevano manganelli e tirapugni. L'accusa: istigazione a delinquere

Perquisiti otto No Vax: sognavano droni armati contro il Parlamento

Se c'era ancora qualche dubbio che nel mondo vasto e variopinto che si oppone al vaccino e al green pass si agitassero - in mezzo a scettici e timorosi - anche teste calde capaci di qualunque violenza, a fare chiarezza arriva la retata della Procura di Milano che per la prima volta mette nel mirino l'ala dura della contestazione alle norme anti-Covid. Vengono individuati e perquisiti otto «Guerrieri», i personaggi più in vista del gruppo virtuale che su Telegram si preparava a passare all'azione contro il «sistema del dominio», ovvero chiunque sostenesse la necessità della vaccinazione di massa: i politici, come Mario Draghi e il ministro Roberto Speranza, gli scienziati, le forze dell'ordine: partendo, ovviamente, dai giornalisti, alcuni dei quali nei giorni scorsi hanno già sperimentato di persona le ruvidezze durezza dei no-vax.

L'operazione scatta di buon' ora, coordinata dai pm Alberto Nobili e Piero Basilone, grazie alle indagini di Polizia postale e Digos. Gli otto vengono semplicemente perquisiti, perchè di più non si può fare: l'unico reato contestato per ora - visto che i «Guerrieri» vengono fermati prima di passare all'azione - è l'istigazione a delinquere, che non porta al carcere. Ma, spiegano gli inquirenti, è solo l'inizio. Perchè adesso in mano la Postale ha in mano conoscenze ben più vaste di quelle accumulate durante le indagini: sono le informazioni contenute nei telefoni sequestrati durante le perquisizioni. Se confermeranno quanto già si intuisce sull'esistenza di una rete organizzata e armata, pronta a entrare in azione, allora l'accusa di associazione a delinquere sarà inevitabile. E la musica cambierà.

Tra gli otto perquisiti c'è un po' di tutto, ma il livello culturale e sociale viene definito «medio basso»; tranne uno, sono tutti over 50. Due indagate sono venete, una cameriera di Mestrino e una veneziana con un passato da secessionista, di quelli che volevano conquistare San Marco con un trattore, e pare con qualche problema psichiatrico. Poco più elevato il QI del resto del branco, sparso tra Milano, Roma, Reggio Emilia e Bergamo. Ma la pericolosità dei propositi viene confermata dalle perquisizioni, saltano fuori katane, tirapugni, manganelli, spray al peperoncino, un armamentario pronto per essere impiegato nella manifestazioni nazionali che domani e domenica porteranno a Roma il popolo no-vax. I «Guerrieri» erano pronti ad infiltrarsi per scatenare la gazzarra.

La polizia era sulle tracce del gruppo da settimane, ma il cerchio è stato stretto prima dei cortei previsti nella Capitale proprio per raffreddare gli ardori dei facinorosi. Come sempre, Telegram - la piattaforma russa con sede a Dubai - ha rifiutato di fornire qualunque collaborazione per risalire alle reali identità degli oltre duecento iscritti al gruppo dei «Guerrieri», ma i tecnici della Postale sono riusciti ugualmente a decrittare i file di collegamento (la galassia no-vax sostiene ora che i servizi segreti abbiano utilizzato dei trojan, ma non ce n'è stato bisogno).

«Non dobbiamo solo scrivere, dobbiamo darci da fare»: questa era la parola d'ordine circolata nei giorni scorsi nelle chat dei «Guerrieri»: un percorso che prevedeva passaggi improbabili, come il bombardamento con un drone della Camera dei deputati, ma anche violenze ben più praticabili, come l'utilizzo contro le forze di polizia durante i cortei di pistole al peperoncino in

grado di aggirare la visiera del casco, «così sono fottuti». Il timore degli inquirenti è che in una galassia eterogenea e disorganizzata come quella no-vax, i «Guerrieri» non avrebbero faticato a conquistare la leadership.

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