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Processo, Andrea al bivio. La regina contro l'accordo

Il legale della vittima: "Risponda delle accuse". No comment dalla madre. Che non lo perdonerà

Processo, Andrea al bivio. La regina contro l'accordo

«Il Duca di York non può nascondersi dietro le mura del palazzo, deve rispondere delle accuse che gli sono state rivolte». Lo ha affermato David Boies, rappresentante legale di Virginia Giuffre, che ieri ha presentato una formale denuncia per molestie sessuali su minore contro il Principe Andrea.

Una brutta storia legata allo scandalo Epstein, di cui Andrea era amico e assiduo frequentatore, che si trascina da anni e che adesso torna a tormentare il secondogenito di Elisabetta II e la famiglia reale britannica. La notizia del nuovo procedimento civile avviato a New York è stata diffusa mentre il principe e la Regina si trovavano nella dimora estiva di Balmoral dove la Sovrana ama trascorrere le sue vacanze ed è stata accolta da un gelido ed inviolabile silenzio. «No comment», sono state le uniche parole che i cronisti della stampa nazionale sono riusciti a strappare al portavoce di Andrea. A causa dei suoi chiacchierati legami con il miliardario pedofilo e la sua complice Ghislaine Maxwell, il principe l'anno scorso era stato costretto a rinunciare ad ogni incarico di rappresentanza. La madre però, che per lui nutre un affetto profondo, gli è sempre rimasta accanto come l'ex moglie Sarah Ferguson, anche lei a Balmoral in questo periodo. Se però i Reali non spiccicano parola, anche per loro ne ha da dire l'avvocato della Giuffre, che ha rilasciato ben volentieri un'intervista al programma della Bbc Two's Newsnight. «La signora ha tentato in ogni modo di risolvere la questione - ha dichiarato Boies - adesso desidera che un giudice e una giuria ascoltino le prove. A questo punto del contenzioso, questa è la sola via per stabilire una volta per tutte la verità». Il legale ha spiegato che «la gente ignora gli ordini dei tribunali a proprio rischio e pericolo e se il Principe Andrea lo facesse sarebbe molto mal consigliato». Fino ad ora il fratello minore di Carlo ha sempre negato ogni accusa e nei fatti non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti americani. Stavolta però, la situazione è diversa. «Se anche in futuro non volesse presentarsi in tribunale o si rifiutasse di fornire le informazioni e i documenti richiesti, il giudice potrebbe dichiararlo colpevole e la sentenza statunitense potrebbe venir applicata in ogni Paese civilizzato», ha sostenuto Boies. In realtà, la prassi non è così automatica, ma è vero che procedimento - che avrà luogo nello Stato di New York - andrà avanti anche se il Duca di York e il suo team legale non si presenteranno. E, trattandosi di un'azione civile, il principe non rischia l'estradizione perché questa si applica soltanto ai casi penali.

Secondo Arick Udali, uno dei legali della società americana Bloom, che ha rappresentato nove delle vittime di Epstein, soltanto una minoranza di questi casi si conclude con un processo, ma per questo esiste la possibilità che si arrivi in tribunale. L'alternativa per Andrea è un accordo senza ammissione di colpevolezza, ma non è certo qualcosa che la Famiglia Reale inglese apprezzerebbe. Pagare una compensazione pecuniaria, evitando così il processo, sarebbe comunque vista come una penosa scorciatoia, qualcosa a cui si ricorre quando si sa di essere colpevoli. L'opinione pubblica già non vede di buon occhio questo Principe spendaccione e dissoluto che ha sempre amato circondarsi di personaggi controversi e mai gli perdonerebbe anche solo il sospetto di una violenza a carico di una ragazzina.

E sicuramente, mai glielo perdonerebbe la Regina.

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