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"Ma quale flop, lunedì tutti in sciopero". Gli "anti-tutto" pronti al blitz in Parlamento

Sui canali social il movimento minimizza l'insuccesso della protesta di mercoledì. E chiama le "truppe" a raccolta a Montecitorio

"Ma quale flop, lunedì tutti in sciopero". Gli "anti-tutto" pronti al blitz in Parlamento

Abbiamo scherzato. Il day after del flop della manifestazione «no green pass» in 54 stazioni italiane vede gli attivisti no pass in buona parte intenti a minimizzare l'evento, spostando il mirino sull'informazione asservita. Non mancano le voci critiche per lo scarso successo della prima delle tre giornate di protesta annunciate per manifestare contro l'obbligo di green pass sui treni a lunga percorrenza, ma la linea mainstream è appunto quella di negare che qualcosa sia andato storto. Ironizzando sullo schieramento di forze nelle stazioni, per esempio, come fa la pagina Facebook «Vaccini Basta». «Hanno blindato le stazioni perché su Telegram sono stati perculati da gente che affermava di voler bloccare i treni, e poi quelli che abboccano alle fake news saremmo noi», scrivono. Mentre il canale Telegram «Basta Dittatura» non vuole derubricare il tutto a boutade situazionista, ma anzi rivendica il successo della manifestazione, sostenendo che «non è stato assolutamente un flop ma un successo enorme», quantomeno paragonata alla manifestazione «pro vax» proposta da Carlo Calenda e abortita per mancanza di adesioni, pur «avendo tutto il sistema a loro favore, un anno e mezzo di propaganda continua 24 ore su 24 su tutti i canali di manipolazione, essendo dei partiti parlamentari». E si esulta, anche, per il ritardo di 48 minuti del Frecciarossa Torino-Salerno dovuto «alla presenza di persone non autorizzate nei pressi della linea ad Arezzo e a un guasto» ad Orte, rimproverando di conseguenza il disfattismo dei «depressi del flop».

Però, nel frattempo, anche l'appello lanciato la sera del primo settembre per un altro sit-in di protesta sotto i palazzi sede delle Regioni italiane sembra essere caduto nel vuoto, visto che, per esempio sotto il palazzo della Regione Lombardia, ieri tra le 10 e le 12 non c'era nessuno, tranne i «soliti» agenti delle forze dell'ordine e un manipolo di giornalisti che attendeva i manifestanti. Il fermento, insomma, al momento continua solo su social e canali Telegram, dove gli iscritti continuano ad aumentare e dove ieri alcuni denunciavano un «attacco di patetici disturbatori covidioti drogati psicopatici», che però gli amministratori del gruppo considerano sostanzialmente non semplici troll ma veri agenti provocatori, visto che la loro presenza, commentano, «significa che la traiettoria è giusta», e che il movimento, prima «ignorato» e poi «deriso» sarebbe ora «combattuto» dalla «dittatura», ultimo passo prima della «vittoria», spiegano prima di concludere: «Avanti tutta finché la dittatura non sarà distrutta! Non ci fermiamo finché non vediamo tutti i criminali della dittatura in galera!». Ma nonostante il poco appeal della mobilitazione alle stazioni e sotto i governi regionali, l'onda rilancia, e se la prende con l'informazione. L'appuntamento è sotto le sedi Rai di tutti i capoluoghi di regione, oggi pomeriggio e domattina, ma «Basta dittatura» parla di «sedi dei leccac***, manipolatori, terroristi», e invita gli iscritti a segnalare, nelle città senza sedi Rai, altri «canali di manipolazione da presidiare». Si invita anche al boicottaggio di tutte le manifestazioni contro il green pass che però siano organizzate da sigle o partiti più o meno istituzionali, e si punta al «bersaglio grosso» con lo «sciopero lavorativo generale» indetto «dal popolo» per lunedì prossimo, 6 settembre. Quel giorno i «no pass» vorrebbero «tutti a Roma al parlamento», e spiegano che «non c'è bisogno di sindacati» né «di preavviso di dieci giorni se l'oggetto della protesta è la difesa dell'ordine costituzionale», ma comunque suggeriscono anche altre «scuse», come per esempio «sei malato, imprevisti, non riesci a raggiungere il posto di lavoro».

Insomma, se in piazza l'onda sembra sparita, sui social è ancora più attiva che mai.

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