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Rai, vitalizi e indennità: così la politica drena risorse

Il governo pubblica il documento di Cottarelli sugli sprechi della politica. Nel mirino i finanziamenti ai gruppi parlamentari e lo sperpero della tv di Stato

Il commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli
Il commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli

Rai, finanziamenti ai gruppi parlamentari, vitalizi ai politici, indennità. La lista è davvero troppo lunga. Nel report finale di 106 pagine, consegnato lo scorso marzo al premier Matteo Renzi e svelato oggi da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, il gruppo di lavoro sui costi della politica capitanato dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli mette a nudo gli sprechi di Stato. Un rapporto che mette a nudo un sistema famelico che drena risorse e spreca inutilmente i soldi versati dai cointribuenti.

Le nomine nei tg della Rai

Un capitolo nimportante negli sprechi di Stato è dedicato alla Rai. È, infatti, a viale Mazzini che la politica applica con estrema precisione i peggiori vizi della Casta. "A ogni cambio di governo, maggioranza e a ogni scadenza degli consiglio di amministrazione - si legge nel report finale del gruppo di lavoro sui costi della politica - segue normalmente un giro di nomina dei direttori dei telegiornali, i quali a loro volta nominano e promuovono 3-4 tra vicedirettori e capiredattori per governare con persone fidate. Il risultato è che ad esempio nel Tg1 solo un terzo dei giornalisti è un redattore ordinario e gli altri due terzi sono graduati". Sui 113 giornalisti che lavorano al tiggì della prima tv di Stato solo 32 sono infatti redattori ordinari, mentre i soli capiredattore sono 34. Secondo il team di Cottarelli, però, la cura dimagrante da assegnare a mamma Rai deve valere, più in generale, per tutte le società pubbliche. "Le posizioni apicali nelle imprese pubbliche soggette a nomine pubbliche - è il suggerimento - devono avere carattere temporaneo, con la previsione che la retribuzione segua la funzione effettivamente svolta".

Finanziamento pubblico ai partiti

Nel 2012 i partiti italiani ha incassato dallo Stato ben 73 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Soldi che sono andati a sommarsi ai già pingui rimborsi elettorali. Uno sperpero ombarazzante e totalmente svincolato dalle basilari regole di trasparenza. Per evitare ulteriori perdite per le casse pubbliche, la squadra di Cottarelli suggerisce a Renzi alcuni, piccoli accorgimenti da adottare al più presto: alzare l'Iva sulle spese elettorali al 10% (oggi al 4%, al pari dei beni di prima necessità), ritoccare a 10 centesimi il francobollo per le lettere di propaganda politica (oggi a 4 centesimi), tagliare del 20% i sussidi alla stampa di partito.

Cura dimagrante per Comuni e Regioni

Per gli enti locali Cottarelli invita Renzi a varare tagli più significativi rispetto a quelli abbozzati dall'ex premier Mario Monti. La prima spending review del Professore non ha sortito gli effetti sperati. E secondo il gruppo di lavoro sui costi della politica si potrebbe arrivare a tagliare altri 630 milioni di euro. Di questi la metà arriverebbero mettendo mano agli sprechi dei Comuni. "Il rapporto - spiega Rizzo sul Corsera - suggerisce l’accorpamento dei piccoli Comuni (quelli sotto i 5 mila abitanti), la riduzione del 20 per cento del numero di consiglieri e assessori (oggi quasi 139 mila), l’eliminazione del trattamento di fine rapporto per i sindaci e il taglio compreso fra il 10 e il 20 per cento delle remunerazioni per il personale politico nei municipi al di sotto dei 15 mila abitanti". Una cura che Cottarelli applicherebbe anche alle Regioni a statuto speciale.

Trasperenza sulle indennità

Nonostante la retribuzione lorda per qualsiasi consigliere regionale d'Italia sia stata fissata dal decreto Monti a 11mila euro al mese, è raro che lo stipendio finale sia realmente contenuuto entro questa cifra. Dal momento che i consiglieri possono cumulare all'indennità di carica le varie indennità di funzione previste, per Cottarelli è stato "impossibile calcolare la retribuzione effettiva". Il che lascia supporre facilmente che lo stipendio dei consiglieri continui a sforare il tetto degli 11mila euro lordi al mese. Secondo il rapporto, infatti, la media nazionale per consigliere è "superiore ai 900mila euro ma Lazio, Calabria e Sicilia spendono più di un milione e mezzo mentre Molise e Marche sono attorno ai 500mila euro". Oltre a guadagnare troppo, però, per Cottarelli i consiglieri sono anche troppi. Da qui la richiesta a Renzi di ridurli di altre 266 unità. Un'operazione che farebbe risparmiare almeno 35 milioni di euro che andrebbero a sommarsi ad altri 25 milioni di euro di risparmio nel caso in cui venisse equiparato lo stipendio del consigliere a quello del sindaco di capoluogo.

I vitalizi degli ex consiglieri

Secondo il report di Cottarelli, altri 50 milioni di euro potrebbero essere tagliati rivedendo i vitalizi degli ex consiglieri regionali.

Nel 2012 sono stati staccati assegni per 173,4 milioni di euro. Al governo basterebbe ricapitolarizzare i contributi che sono stati effettivamente versati sulla base del sistema contributivo e ricalcolare, in questo modo, gli assegni mensili.

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