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Renzi allontana l'asse con i 5 Stelle: "Sono giustizialisti"

Ospite di "Omnibus", su La7, Matteo Renzi risponde all'ipotesi caldeggiata da Dario Franceschini di un'alleanza con i pentastellati: "Accordo con i 5 Stelle? Non lo voto. Sono diversi da noi, per esempio, sono giustizialisti..."

Renzi allontana l'asse con i 5 Stelle: "Sono giustizialisti"

"Non vedo in comune questi valori con il Movimento 5 Stelle. Se qualcuno vuole fare l'accordo con loro lo faccia, ma io non lo voto". Ospite negli studi di "Omnibus", su La7, Matteo Renzi così all'ipotesi di un'allenza con i pentastellati. Una suggestione lanciata da Dario Franceschini e ripresa in queste ore dal tesoriere Pd Luigi Zanda. "Non vorrei personalizzare questa cosa, ma non vedo in comune questi valori con i 5 Stelle. E noi dovremmo difendere i valori con questa gente qui? Se qualcuno vuole fare l'accordo con i 5 Stelle, lo faccia - avverte l'ex segretario dem - ma non con me. Loro, per esempio, sono giustizialisti. Cosa farei se ci fosse da votare un governo con i 5 Stelle o la Lega? Io voterei contro, punto e basta. Ma niente polemiche".

Renzi: "Asse con il M5S? Non uscirei dal Pd ma..."

A quel punto potrebbe uscire dal Pd? Il senatore di Rignano dice di no, pur non chiudendo del tutto a questa ipotesi. "Non penso proprio di uscire da un partito che è il mio partito. Ma è chiaro che non starò mai in un partito che fa l'accordo con i 5 Stelle". In questo momento, per Renzi, la vera priorità del Pd dovrebbe essere quella di "fare l'opposizione. Penso che tutti dovremmo fare uno sforzo, io per primo, per fare di più. Il Paese è bloccato. A fronte di questo possiamo non litigare tra noi?". Litigi che non riguardano solo le possibili alleanze per il futuro, ma anche il caso Davide Faraone, il deputato dem che si è autosospeso dal partito dopo l'annullamento della sua elezione a segretario regionale in Sicilia a causa di alcune irregolarità nel voto. Decisione che, secondo la minoranza renziana, sarebbe stata presa dagli zingarettiani per prendersi ancora di più il controllo del partito.

"Il governo litiga e basta. Salvini quereli Savoini"

Poi c'è l'altro casus belli nel Pd, ovvero la proposta di Maria Elena Boschi di una mozione di sfiducia a Matteo Salvini. Idea bocciata dal segretario Zingaretti, per il quale andrebbe a "ricompattare Lega e M5S". Anche su questo, Renzi prende le distanze dal governatore del Lazio. "Nei gruppi parlamentari avremmo avuto i numeri per presentare la mozione. Ma siccome il segretario Zingaretti ha detto che preferisce non presentarla, abbiamo ritenuto normale non presentarla. Senza polemiche".

Poi un commento sul governo. "I due vicepremier continuano a litigare, continua il gioco delle parti. La Tav si fa o no? La riforma delle autonomie si fa o no? Tutto il mondo corre e noi stiamo a litigare".

Quindi un attacco personale a Salvini: "Minaccia minaccia minaccia, ma alla fine che cosa ha fatto davvero per cambiare le cose fino a questo momento? E poi - continua Renzi - c'è una storia strana: Salvini dice 'querelo tutti quelli che accostano i soldi russi alla Lega'. C'è una sola persona che Salvini deve querelare: è il signor Savoini. Avrà Salvini il coraggio di querelare Savoini? No, perché è uno dei suoi".

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