di Renato BrunettaI l presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko, probabilmente ce l'ha con la Federazione russa, ma nel corso della sua visita in Italia giovedì scorso ha fatto una riflessione che non può sfuggire a chi vuole il bene dell'Europa e vuole trarre un insegnamento positivo da tutto quanto di negativo è avvenuto non solo nei lunghi anni della crisi economica, ma anche e soprattutto con gli ultimi eventi drammatici causati dal terrorismo islamico. Il presidente russo Putin, è l'opinione di Poroshenko, è tornato al centro della geopolitica mondiale per colmare quell'enorme vuoto lasciato dall'Europa, che ogni volta che c'è da prendere posizione o decisioni importanti si mostra sempre divisa, indecisa a tutto, e per questo irrilevante e ininfluente nel contesto internazionale. Purtroppo, è proprio così.Gli eventi degli ultimi dieci giorni hanno portato alla formazione di due schieramenti nel panorama mondiale, in cui l'Europa è divisa e contrapposta. C'è un primo fronte, un'alleanza operativa, nei fatti oltre che nelle parole, per l'annientamento militare, ideologico, culturale ed economico dello Stato Islamico. Esso ha tre nomi: Putin, Hollande, Berlusconi. Poi c'è un altro fronte. È certo anch'esso nemico dell'Isis, ma un po' meno. È chiuso in se stesso. Sono Obama, Merkel e Renzi: il fronte dell'incertezza, del sospetto, della paura di scombinare le carte della gerarchia mondiale. Nella lotta al terrorismo, l'Europa non è né di qua né di là, ma un po' con gli uni e un po' con gli altri. Che credibilità e che forza può avere un continente che non sa da che parte stare?Il fronte Putin, Hollande, Berlusconi Queste tre personalità puntano a «sradicare» e «annientare» lo Stato Islamico. Dunque si tratta di costituire una coalizione internazionale che prenda atto della guerra che ci è stata dichiarata e che è in corso. Putin ha preso atto da tempo di questo attacco al cuore della nostra civiltà. Ha risposto puntando contro le sue forze militari contro l'Isis. La replica è stata l'attentato terroristico contro l'Airbus sopra il Sinai. Questo attentato non ha indotto la Federazione Russa a ritrarsi impaurita, ma a raddoppiare l'intensità delle operazioni. Hollande non si è nascosto dietro il velo dell'eufemismo. Ha preso atto, ha dichiarato guerra, ha chiesto il concorso dell'Europa e degli alleati nel sostenerlo. Berlusconi ha individuato immediatamente la natura totalitaria dell'attacco e della minaccia. Non si è limitato a un'invocazione retorica dell'unità nazionale ma ha chiesto che essa si esprimesse con un passo fondamentale da praticare subito: l'annullamento delle suicide sanzioni contro la Federazione russa. Da mesi Berlusconi invoca la ripresa dello spirito di Pratica di Mare (maggio 2002, partnership tra Nato e Federazione Russa), con un'Occidente capace di includere invece che arroccarsi, abbarbicato a gerarchie stupide e controproducenti. Il fronte: Obama, Merkel, Renzi Obama: speriamo che quel grande Paese che è l'America si scuota di dosso le convenienze della politica interna e concordi un'alleanza a tutto campo con la Russia e l'Europa. Merkel davanti alla minaccia terroristica è sparita. Renzi, infine, si accoda a una strana renitenza di Obama a impegnare tutte le risorse per liberare i territori di Siria, Iraq e Libia dal cancro, prima che si propaghi attraverso metastasi ideologiche e militari in modo irreparabile anche in Europa. Renzi, che ha usato parole definitive per rottamare gente come Massimo D'Alema e Rosy Bindi, è molto più prudente nei riguardi di Al Baghdadi. E invoca un linguaggio «soft». Quasi che chiamare guerra la guerra sia politicamente scorretto.Unità significa anche cambio di politica economica Sarebbe stato bello che la minaccia terroristica si scontrasse con un'Europa unita. Purtroppo, non è così.Vediamo di che si tratta. Nella seconda metà di luglio, dopo la tempesta greca, nell'Unione europea sono state lanciate due proposte, opposte, di cambiamento. La prima proposta (quella francese) punta a ridare una dimensione politica all'eurozona, con un governo e un Parlamento comuni. La seconda (quella tedesca) prevede, invece, la creazione di un super ministro delle Finanze dell'eurozona, che gestisca un «bilancio separato», magari finanziato da un'eurotassa.Noi stiamo con la proposta francese: non più l'imbuto voluto dalla Germania, ma una nuova unione in cui davanti a tutto c'è la politica e la responsabilità.Il patto di sicurezza In sette anni di crisi l'Unione europea non è stata capace di cambiare la propria strategia di politica economica. È servita una variabile esogena, il terrorismo, a rimettere in gioco tutto. E la frase pronunciata dal presidente francese Hollande a Versailles, «il patto di sicurezza ha la meglio sul patto di stabilità», ha sancito l'inizio del nuovo corso. E il presidente francese, invocando l'articolo 42, paragrafo 7 del Trattato di Lisbona ha voluto coinvolgere la Russia nella risoluzione del problema, che altrimenti ne sarebbe rimasta esclusa.Non solo: Hollande avrebbe potuto invocare anche l'articolo 222 del Trattato di Lisbona, oppure l'articolo 75, anch'esso riferito con chiarezza ai casi di terrorismo. Quest'ultimo, infine, apre a quanto più esplicitamente contenuto, poi, nell'articolo 3, paragrafo 1, del Fiscal Compact che in «circostanze eccezionali» consente di deviare dal percorso di risanamento dei conti pubblici.Congiuntura e sondaggi Già prima degli attentati di Parigi, tutti gli istituti di previsione avvertivano che 2016 e 2017 saranno anni di congiuntura economica internazionale difficile. La situazione oggi è ulteriormente peggiorata. Incuranti di tutto ciò, Renzi e Padoan continuano a rivendicare una legge di Stabilità tutta irresponsabilmente in deficit. E, infine, i sondaggi. Secondo una recente rilevazione di SWG, il 49% degli italiani preferisce, tra i leader del mondo, Putin. Solo il 32% predilige Obama. È la prima volta nella storia della Repubblica che capita. Quindi via le sanzioni subito a un alleato indispensabile per la nostra libertà.Scelte coraggiose Il bilancio degli ultimi dieci giorni terribili ci pone davanti alla responsabilità morale e politica di un giudizio. Mai è stato tanto facile vedere il campo del bene e del male e il dovere di scegliere. Non c'è altra soluzione di un'alleanza globale che vada da America a Europa e Russia. Perciò è essenziale che l'Italia proponga il ritiro unilaterale delle sanzioni contro la Federazione russa. La geopolitica oggi si fa semplice e rapida. Divide il mondo in due. Non c'è spazio morale, politico e neppure mentale per la terza via. Oggi purtroppo il governo italiano e la leadership tedesca dell'Europa si caratterizzano per debolezza di spirito, che non c'entra nulla con la prudenza. Si tratta di prendere atto che oggi sul campo dove regna il Califfo Nero hanno deciso di impegnarsi Federazione russa e Francia. Esse chiedono ad America e Europa di unirsi, in un coinvolgimento diretto e strategico, concordando priorità militari di intervento.
Renzi scelga per un'alleanza atlantica inclusiva, che sappia come a Pratica di Mare coinvolgere la Federazione russa e spinga per cancellare subito le sanzioni a un alleato indispensabile per la nostra libertà. Non c'è più tempo da perdere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.