Roma Nella legislatura record per cambi di casacca può accadere anche questo: che il segretario di un partito, Scelta Civica, lasci il suo gruppo parlamentare per aderire al Misto. Un caso unico nella storia del Parlamento di cui si è reso protagonista Enrico Zanetti insieme a tre colleghi: Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli e Angelo D'Agostino. Il motivo? Il viceministro dell'Economia nel corso della Direzione nazionale ha reso nota l'intenzione di ritirare il simbolo al gruppo nel caso questo non si fosse adeguato alla scelta di dar vita, anche con il gruppo Ala, a un polo italiano dell'Alde, la famiglia europea dei liberal-democratici, unendo le forze con l'ex presidente del Senato Marcello Pera a capo dei Comitati per il Sì al referendum. Il gruppo invece, dopo oltre cinque ore di direzione, si è ribellato e ha eletto un direttivo contrario a tale linea con la ferma opposizione di una decina di parlamentari tra cui Giovanni Monchiero, Gianfranco Librandi, Giovanni Palladino, il sottosegretario ai Beni culturali Antimo Cesaro e il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Andrea Mazziotti.
La prospettiva ora è la fusione con Ala di Denis Verdini che alla Camera ha una dozzina di parlamentari, consentendo in tal modo di formare un gruppo parlamentare di 20 deputati: «Non aderiamo ad Ala - spiegano ma faremo con Ala una cosa nuova, l'Alde italiana». In sostanza un ponte che consentirà a Verdini di percorrere l'ultimo tratto verso l'ingresso in maggioranza. Zanetti a questo punto vorrebbe togliere l'uso del simbolo e del nome al suo ex gruppo parlamentare e si aprirà una querelle. Dopo l'adesione al Misto, Zanetti ha lanciato la costituzione di un nuovo gruppo denominato Scelta civica-verso cittadini per l'Italia che conta già alcune adesioni, tra cui quelle di Francesco Saverio Romano, Ignazio Abrignani, Luca d'Alessandro, Giuseppe Galati, Massimo Parisi, Giovanni Mottola, Monica Faenzi e Giorgio Lainati di Ala; Marco Marcolin di Fare.
Scelta Civica però non si arrende. «Noi andiamo avanti per la nostra strada» dice Gianfranco Librandi. «Appoggiamo il governo e siamo concentrati sugli impegni parlamentari. Sono state prese decisioni istintive che non comprendo. Formeremo un gruppo nuovo e più dinamico che penso proprio si chiamerà ancora Scelta Civica e sta già attirando l'attenzione di diversi parlamentari.
Se poi i deputati fuoriusciti vogliono ripensarci li aspettiamo a braccia aperte». Più duri il capogruppo e i vice capogruppo, Giovanni Monchiero, Bruno Molea e Giovanni Palladino: «Apprendiamo dalle agenzie che da oggi Verdini è entrato nel governo, con un vice ministro all'Economia».FdF
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