Cronache

Gli scheletri di uomo e delfino. La doppia sepoltura è un giallo

Le ossa di un monaco o un naufrago sono del IV secolo Il corpo rinvenuto senza mani. I dubbi degli studiosi

Gli scheletri di uomo e delfino. La doppia sepoltura è un giallo

E due. Prima lo scheletro del delfino (anzi, focena) e poi quello di un uomo senza mani e col cranio lesionato. Dieci metri li dividono. È mistero fitto a Chapelle Dom Hue, luogo impervio nell'isola di Guernsey, nel Canale della Manica che nel IV secolo ospitava un convento di monaci benedettini. Sepolture collegate (il delfino è stato scoperto nel settembre del 2017) o fatto casuale a decenni di distanza? Certo è che le due scoperte archeologiche sono destinate a lasciare dubbi. E, a quanto pare, ci sono di mezzo un'abbazia e dei monaci.

Cominciamo dallo scheletro umano, scoperto nel corso di una campagna di scavi vicino a un sito di sepolture risalente all'Età della pietra guidata dall'archeologico Paul de Jersey. È alto poco più di un metro e mezzo ed è a gambe larghe, senza mani e con il cranio danneggiato. Alcuni bottoni in rame e in osso rinvenuti fanno risalire la sepoltura al XVI o al massimo il XVII secolo. Il corpo era orientato grossolanamente in direzione est-ovest, facendo ipotizzare una sepoltura cristiana.

Secondo gli studiosi potrebbe trattarsi di un monaco benedettino in cerca di un posto isolato per vivere da eremita. Ma perché le mani erano state tagliate sopra i polsi? Due le ipotesi: il monaco soffriva di lebbra, una malattia che provoca terribili deformazioni agli arti e che può costringere all'amputazione. Ma in quel tempo la lebbra era stata debellata in Europa e i piedi sono stati invece trovati in buone condizioni. Oppure poteva essere un marinaio naufragato (e i bottoni in rame potrebbero essere un indizio decisivo) le cui mani erano state rosicchiate dai pesci, il cranio danneggiato per gli urti contro gli scogli e il cadavere sepolto nel luogo del ritrovamento vicino alla spiaggia.

E veniamo alla focena, l'altro mistero. A una decina di metri di distanza in una precedente campagna di scavi condotta nel 2017 erano stati trovati i resti di questo cetaceo e qualche frammento di un asino. Analizzando le ossa dl cetaceo con la tecnica del carbonio-14 è stato datato al XIV secolo, quindi 100-200 anni prima dello scheletro umano rinvenuto nelle vicinanze. Testimonianze storiche confermano che in quei tempi i delfini erano un alimento che veniva anche conservato sotto sale. Il delfino aveva anche un significato religioso per i primi cristiani. «In 35 anni di carriera però non ho mai trovato un delfino sepolto intenzionalmente», ha ammesso de Jersey. In effetti le catacombe di Roma sono piene di simboli di delfini. La maggior parte dei delfini è rappresentata intrecciata a un'ancora o a un tridente, come nelle catacombe di Villa Torlonia a Roma, a simboleggiare la speranza della vita eterna.

Il delfino e l'uomo sono gli unici resti scheletrici trovati nell'isolotto di Chapelle Dom Hue, ma il professor De Jersey non esclude la possibilità che ci siano ancora ossa da scoprire. Detto ciò, resta il mistero. «Se hanno appena ucciso questo mammifero marino per il prezioso grasso o mangiato carne, allora perché è stato seppellito? E non è solo una fossa qualla che hanno fatto ma un tunnel nel duro terreno roccioso. Mai visto niente di simile».

Pare ci sia ancora tanto da scoprire in questo isolotto sperduto. E pensare che negli anni Novanta gli archeologi scavarono senza trovare nulla. E allora si pensò che non valeva la pena tornare.

Si erano sbagliati.

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