Si difese dai ladri rom: a loro 4 mesi a lui 5 anni

Il commerciante che sparò condannato pure a risarcire i nomadi con 135mila euro: «Questa è una forma di mafia legalizzata»

Sparò ai ladri: a loro 4 mesi di carcere. A lui più di 5 anni. E la condanna al risarcimento dei danni. La chiamano giustizia. Per Ermes Mattielli è un'altra cosa. «È mafia legalizzata», dice ai cronisti uscendo dall'aula in cui ha appena ascoltato il verdetto che lo condanna a 5 anni e 4 di reclusione ed al pagamento di una provvisionale di 135.000 euro.

La sua colpa? Aver sparato a due nomadi che volevano portar via un carico di rame appena prelevato nel suo deposito di ferro vecchio a Scalini di Arsiero, nel vicentino. L'uomo, invalido civile, coi giornalisti va giù pesante. «In Italia si tutelano i ladri, mica gli onesti», sbotta: «Sono senza lavoro, disoccupato. E per colpa loro. Mi hanno fatto chiudere l'attività».

La vicenda che ora rischia di portarlo dietro le sbarre d'una cella risale al 2006. È il 13 giugno: Cris Caris e Blu Helt, due giovani nomadi, scavalcano il recinto ed iniziano a far man bassa di oro rosso nel magazzino del robivecchi. Mattielli si precipita impugnando una pistola calibro 9. Loro brandiscono una spranga.

«Ero disperato: avevo già subito numerosi furti. Quando me li sono visti venire contro, ho avuto paura ed ho premuto il grilletto» farà mettere a verbale per spiegare i 14 colpi esplosi da distanza ravvicinata contro la coppia. I feriti sopravvivono. Ed al processo per furto se la cavano con 4 mesi di galera. Il commerciante vicentino, invece, accusato di lesioni colpose, si becca un anno. Ma a Procura e parti civili non basta: troppo blanda la pena. Soprattutto, altro e ben più grave il reato da contestare: tentato omicidio. La Corte d'appello di Venezia concorda e nel 2012 restituisce gli atti al Tribunale di Vicenza, per la celebrazione d'un nuovo processo. Quello conclusosi due giorni con la pesante condanna inflitta al ferramaio veneto.

«Il tentato omicidio è la corretta qualificazione giuridica per quanto avvenuto quella sera», aveva sostenuto durante la requisitoria il procuratore capo Antonino Cappelleri. «La sentenza inquadra giustamente i fatti: non si è trattato di legittima difesa», commenta Andrea Massalin, avvocato di Hunt e Caris. «Ricorreremo in appello», lascia intendere il difensore di Mattielli, l'avvocato Maurizio Zuccollo. Tutt'intorno, intanto, è polemica. Ad accendere la miccia, il leader della Lega Nord, Matteo Salvini: «Faremo il possibile per aiutare questo commerciante. Come cittadino, sono schifato da questa giustizia. Io sto con Ermes».

E con Ermes si schiera anche Graziano Stacchio, il benzinaio di Nanto indagato per eccesso di legittima difesa dopo aver preso

a fucilate i banditi che stavano assaltando una gioielleria vicina al suo distributore di carburanti. «Mi fanno morire queste cose, mi dispiace per Mattielli, spero che la magistratura si metta una mano sulla coscienza»

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