«Il Pd doveva essere la casa dei riformisti, invece va a rimorchio dei grillini». Matteo Renzi non molla la presa: la battaglia contro la «schifezza» della abolizione della prescrizione, voluta dal Guardasigilli Bonafede e avallata dai Dem, va fatta «fino in fondo», contro «l'incertezza del diritto e il populismo giudiziario» cui apre le porte.
Il suo ex partito reagisce eleggendolo a Nemico pubblico numero uno, e lanciandogli l'accusa più infamante (un classico di scuola comunista): quella di intelligenza con il nemico: «Renzi attacca il Pd per boicottare le elezioni in Emilia Romagna e far vincere Salvini», insinuano gli zingarettiani. Che condannano lo «strappo» dei renziani, che non hanno votato con la maggioranza. «Noi - replica l'ex premier - abbiamo votato per difendere le leggi dei nostri governi fatte dal ministro Orlando, attuale vicesegretario del Pd (non di Italia Viva). Il Pd e Cinque Stelle - insieme - hanno votato per difendere le leggi fatte da Bonafede e votate da Salvini. Tutto qui. Dire che noi strappiamo significa vedere il mondo alla rovescia. Noi stiamo difendendo lo stato di diritto dall'assalto populista». E conclude: «Noi siamo riformisti, non diventiamo populisti. Abbiamo fatto un governo per cacciare Salvini, non per diventare grillini».
Zingaretti replica: «Si devono criticare e combattere gli avversari, non gli alleati». Rintuzza Maria Elena Boschi: «I diritti dei cittadini valgono più delle alleanze». Ma per il Pd difendere il cedimento sulla prescrizione, dopo aver minacciato fuoco e fiamme, non è facile. Ne sa qualcosa Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e oggi vice segretario del Pd, che ieri si è ritrovato sui social network, diffuso da Italia viva, un proprio intervento del novembre 2018, quando nell'aula di Montecitorio si scagliava contro i Cinque Stelle e la loro «riforma» della prescrizione. Parole di fuoco, come quelle che oggi dice Renzi: «Il processo infinito non serve a nessuno. State facendo saltare il processo penale perché state usando il diritto penale per fare propaganda. Voi -diceva Orlando rivolgendosi ai suoi alleati di oggi - non volete dei colpevoli, volete dei colpevoli a qualunque costo da esibire all'opinione pubblica». Il messaggio con cui i renziani hanno accompagnato il video è chiaro: «Bravo Andrea. Difenderemo le tue idee dai tuoi nuovi compagni di viaggio. E da chi va a rimorchio dei populisti giudiziari», ossia l'attuale Pd. Orlando reagisce: «Mi ha puntato la bestiolina. Ci sono abituato», ironizza, equiparando Italia viva all'apparato propagandistico di Salvini, «la Bestia».
Ma non sono solo i renziani ad attaccare la cancellazione della prescrizione: il governatore della Campania, nonché candidato dal Pd alla riconferma nelle prossime elezioni regionali, è duro: critica il governo e parla di «ulteriore imbarbarimento della vita pubblica».
«Dicono che stanno accelerando i tempi del processo ? - aggiunge De Luca, liquidando il «compromesso» trovato dai dem - Allora si decida che si elimina la prescrizione solo dopo aver approvato la semplificazione. Ma l'idea che prima togliamo la prescrizione, però stiamo lavorando alla semplificazione è da campa cavallo. Bisognava fare esattamente il contrario. Quanto fatto è profondamente sbagliato».
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