Il sindaco pacifista che affonda Messina

MessinaIl sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha conquistato le prime pagine dei quotidiani nazionali per due battaglie: quella contro gli armamenti dell'Esercito, con lo sventolio della bandiera della pace in occasione della festa delle Forze Armate, e quella contro gli autotrasportatori, rei di mettere costantemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Oddio, almeno un altro atto eclatante Accorinti lo ha compiuto: ha invitato Papa Francesco e il Dalai Lama a Messina. Giusto i santi possono salvare la città.

Mentre il sindaco pacifista fa prevalere la sua cifra ideologica sulla buona amministrazione, offrendo - come se non bastasse - la solidarietà del Comune agli attivisti No-Muos indagati per i fatti di Niscemi, Messina patisce l'immondizia e l'emergenza idrica.

MessinAmbiente, la società partecipata che dovrebbe gestire virtuosamente il ciclo dei rifiuti, è in liquidazione da tempo: ciononostante le spese, lungi dallo scemare, sono costantemente cresciute. Non per realizzare investimenti di lunga durata, ma per salvare il salvabile, acquistando cassonetti e mezzi di seconda mano destinati a fronteggiare le criticità. Operazioni indispensabili dopo la morte di Antonino Tomasello, operatore ecologico precipitato col suo camion dei rifiuti presumibilmente a causa di un guasto nel sistema dei freni. Ad ogni modo, cumuli d'immondizia tempestano il manto stradale e, di là dall'olezzo putrescente che penetra nelle case dei contribuenti, blatte e insetti infestano il centro cittadino. Naturalmente la tassa comunale sui rifiuti sfiora i massimali e il super commissario liquidatore, Alessio Ciacci, promette da mesi una fantomatica differenziata porta a porta che tarda ad arrivare.

Anche l'Amam (Azienda Meridionale Acque Messina) è in crisi: il bacino idrico di Fiumefreddo patisce l'arsura, così l'erogazione nelle case avviene a fasi alterne, in alcune zone solo per poche ore al giorno. Molti rifiuti e poca acqua creano le premesse per una crisi sanitaria. In compenso, grazie all'ordinanza anti-tir emessa dal primo cittadino, le strade sono tornate ad essere sicure. Anzi no: perché quell'ordinanza, criticata nella forma da diversi consiglieri di destra e di sinistra, è stata sospesa dal Tar di Catania. I giudici hanno dato ragione ai ricorrenti, gli armatori, evidenziando come i rischi per la sicurezza e la viabilità debbano essere fronteggiati non con provvedimenti che ledano il libero mercato, ma con atti di buon senso: ad esempio il dispiegamento delle forze di polizia municipale.

Il Tar ha così riproposto la domanda assillante che turba i messinesi: dove sono i vigili quando servono? Ecco, con analogo spirito critico, quali benefici ha portato la rivoluzione dal basso tanto cara ai redattori del Manifesto ?

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