Roma Dopo aver abolito la povertà e la corruzione, il governo vuole togliere di mezzo le automobili. In un mix di ambientalismo retrò e pauperismo, l'idiosincrasia nei confronti delle quattro ruote è cominciata con l'ecotassa, per poi insinuarsi addirittura nelle maglie del decreto sul reddito di cittadinanza, provvedimento simbolo del M5s. La prima norma, pensata come un'imposta sui veicoli «inquinanti», secondo le previsioni di sindacalisti e associazioni di industriali finirà per danneggiare le immatricolazioni di 14 modelli del gruppo Fca. Dalla Maserati Ghibli alla Panda 12 Easy, tutti prodotti in stabilimenti italiani, tra Cassino, Mirafiori e Pomigliano d'Arco, proprio la cittadina in provincia di Napoli dove è cresciuto il vicepremier Luigi Di Maio.
Ma non c'è solo l'ecotassa a turbare i sonni di automobilisti, produttori e degli operai già costretti al «turno unico» nelle storiche fabbriche piemontesi di Mirafiori e Grugliasco. Basta leggere un articolo del «decretone» con i dettagli sul reddito di cittadinanza per rendersi conto dell'ostilità ideologica verso chi possiede automobili, non necessariamente fuoriserie di lusso o imponenti Suv. A pagina 3 del documento c'è scritto che per poter accedere al Rdc «nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti». Quindi non beccherà il sussidio di Di Maio chi è proprietario di un'auto nuova acquistata nei sei mesi prima della compilazione della domanda e chi possiede una macchina superiore a 1600 di cilindrata o una moto superiore ai 250 cc comprata due anni prima.
Con tutti gli inevitabili paradossi del caso, relativi al metodo di scrematura basato sulla cilindrata che è ormai obsoleto. Per fare qualche esempio: è considerato troppo ricco chi ha nel suo garage una Toyota Prius 1.8, auto ibrida, che costa 29.500 euro. Oppure chi guida una Fiat 500X 2.0 Multijet, al prezzo di 26.500 euro, il top di gamma della storica utilitaria, ma comunque non un mezzo da ricconi. Mentre può fare domanda per il reddito di cittadinanza il proprietario di una Bmw Serie 2 Cabrio, per cui bisogna sborsare almeno 37.100 euro, ma può avere anche una cilindrata di 1500 cc. Andare in giro sulla cabriolet tedesca e percepire il reddito di cittadinanza non è considerata una contraddizione. Il comma successivo sbarra la strada ai possessori di qualunque tipo di «navi e imbarcazioni da diporto», anche le più piccole, senza distinzioni tra uno yacht e una vecchia barca da pesca, purché sia a motore.
Intanto continuano le reazioni delle parti sociali sulle conseguenze dell'ecotassa. «La priorità è la piena occupazione - dice Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil - il governo sospenda i provvedimenti sul mercato dell'auto e investa nella transizione verso la produzione di auto ibride e elettriche». Sottolineando: «è prioritario il futuro produttivo, industriale e occupazionale».
Mentre proseguono gli incontri tra la Fiom e Fca, arriva anche il commento di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: «In una notte si è fatta una legge sulle macchine elettriche, danneggiando 14 modelli della più grande industria italiana, la Fiat».
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