Roma - «Siamo pronti per una battaglia fantastica. Dopo questo lungo dibattito il nostro gruppo è più forte». Antonio Tajani è vicinissimo a diventare il nuovo presidente del Parlamento europeo. L'attuale vicepresidente vicario dell'aula di Strasburgo è stato votato ieri dal gruppo del Partito Popolare Europeo come candidato ufficiale ed è ora strafavorito per succedere al tedesco Martin Schulz, secondo un meccanismo di alternanza.
La designazione è arrivata attraverso un meccanismo di primarie a doppio turno, con voto segreto. I candidati oltre a lui erano il francese Alain Lamassoure, la irlandese Mairead Mc Guinness e lo sloveno Alojz Peterle. Al primo turno Tajani ha ottenuto 94 voti, la Mc Guinness 57, Alain Lamassoure 33 e Peterle 17. Il candidato italiano per soli 8 voti non è riuscito a vincere già al primo turno. A quel punto con un beau geste la candidata irlandese ha preso atto della volontà del gruppo e si è ritirata, consegnando così la vittoria all'ex Commissario prima ai Trasporti e poi all'Industria, senza neppure bisogno di ricorrere alla votazione finale.
Fino a 24 ore prima la partita sembrava aperta e si temeva che attorno alla candidata irlandese si potesse saldare un «asse del Nord» con un ballottaggio pericoloso e all'ultimo voto. Tajani, però, è riuscito a convincere i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e a portarli dalla propria parte, con Lamassoure che dopo il primo voto ha annunciato il suo sostegno al collega italiano. Inoltre la certosina tessitura dell'europarlamentare Fulvio Martusciello ha chiuso definitivamente la partita, riuscendo a convincere anche gli sloveni a convergere sul candidato italiano.
Nella lettera di presentazione inviata ai Popolari per invitarli a sostenere la sua candidatura, Tajani ha illustrato le linee programmatiche intende portare avanti nel caso in cui dovesse diventare presidente. Crisi migratorie, lotta al terrorismo e crisi economica, queste e sfide da affrontare per evitare nuove Brexit, insieme alla necessità di fermare il virus populista.
Tajani, tra i fondatori di Forza Italia e portavoce del presidente nel primo governo Berlusconi, oltre al curriculum europeo di assoluto livello con 22 anni nell'Europarlamento e 14 nella presidenza del Ppe, è anche uno dei pochi ex commissari ad aver rinunciato a una indennità transitoria da 500mila euro.
A questo punto si profila un derby inedito tra due italiani nel voto finale nell'aula di Strasburgo previsto per gennaio. Il candidato dei Socialisti e Democratici sarà infatti Gianni Pittella, designato direttamente dal suo gruppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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