Politica

La Tangentopoli napoletana è un flop

Finiti in manette 69 professionisti poi tutti liberati dopo settimane d'inferno

Simone Di Meo

Napoli L'ultimo in ordine di tempo è stato l'ex sindaco di Casapulla (Caserta) Ferdinando Bosco. Prima c'erano stati Domenico De Cristofaro, primo cittadino di Aversa e presidente dell'Ordine degli architetti di Caserta, Domenico Giorgiano e Claudio D'Alessio, ex fasce tricolori di San Giorgio a Cremano e di Pompei, e dozzine di altri professionisti e docenti universitari e amministratori locali. Tutti arrestati, tra squilli di tromba e presunte «prove solidissime», in quella che doveva essere la Tangentopoli dei colletti bianchi. E tutti liberati, dopo due settimane d'inferno, perché gli indizi si son rivelati di carta o perché, semplicemente, la misura cautelare era eccessiva rispetto al contesto a loro carico. Giorgiano per dire è stato arrestato nonostante fosse sottoposto a cure oncologiche.

Il 15 marzo scorso in 69 finirono ai ceppi accusati di pilotare appalti e gare pubbliche, in combutta coi politici, con un occhiolino all'immancabile clan dei Casalesi. Telefonate intercettate, migliaia di pagine di contratti passate al setaccio e interrogatori fiume. Inchiesta fatta a pezzi dal Riesame che lascia in carcere appena 4 indagati, compreso l'ex assessore regionale Pasquale Sommese. Ritenuto insieme a Guglielmo La Regina (di cui si discuterà domani il ricorso) il perno della presunta trama criminale. In un caso è stato lo stesso gip a ritornare sui suoi passi dopo aver interrogato il detenuto che lui stesso aveva fatto finire in galera.

Pm sott'attacco per le manette facili e avvocati sul piede di guerra. A Napoli tira aria (stranamente) di garanzie costituzionali. Tant'è che l'ufficio inquirente è corso ai ripari. Il procuratore reggente Nunzio Fragliasso, in una lettera al quotidiano Il Mattino, ha difeso i suoi investigatori e ha lasciato intendere che ci saranno impugnazioni in Cassazione per far scattare di nuovo gli schiavettoni. «Ritengo assolutamente ingeneroso ha scritto sostenere che, a Napoli, vengano violate le regole in materia di libertà personale...». Due giorni dopo, è arrivato a dare manforte alla categoria il pg per ricordare che la privazione della libertà è l'extrema ratio degli inquirenti. Sarà: intanto il capoluogo campano detiene il record di risarcimenti per ingiusta detenzione in Italia.

Ben il 14 per cento del totale.

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