In tavola le Sardine al caviale. I grandi magnati al loro fianco

Dopo la visita a Benetton, Soros ribadisce l'appoggio: il movimento va a caccia di fondi. Critici Lega e M5s

In tavola le Sardine al caviale. I grandi magnati al loro fianco

Il rischio è di non vederle più scendere in piazza, ma di vederle sedute a Davos a ragionare di capitalismo. Le Sardine hanno incontrato Luciano Benetton e si sono giustificate così: «È stato lui a salutarci», come se non fossero loro che sono andate a fargli visita

E ieri, in pieno innamoramento, che va avanti da mesi, sul Corriere della Sera, le ha incoronate George Soros, che non è proprio il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ma un magnate della finanza, e si tratta di finanza spericolata, sostenitore economico di tutte le campagne (perdenti) dei democratici americani, di navi ong (non la nostra Guardia Costiera!) e dunque di tutte le capitane Carola, capitani incoscienti («Ho sbagliato manovra» disse speronando le navi italiane) che non sono mai davvero capitani coraggiosi. Nessuno ha mai chiesto alle Sardine di rifare la rivoluzione bolscevica, ma neppure il popolo delle Sardine (i commenti non fanno altro che crescere e sono di rimprovero) accetta questi quattro ragazzi in visita a una multinazionale o in cima ai pensieri di uno degli uomini più ricchi del pianeta (8,3 miliardi di dollari il patrimonio stimato), promotore della società aperta, ma sempre nel domicilio di altri («La sopravvivenza della società aperta è una delle grandi sfide del nostro tempo»).

E infatti, dopo il corteggiamento, precedente alle elezioni emiliane, («Le Sardine sono più degli squali e sono destinate a vincere» aveva dichiarato, dove lo squalo era Matteo Salvini), Soros ha ieri confessato che il movimento guidato da Mattia Santori è la sua più recente speranza perché «movimento nato dal basso che ha davvero fatto arrabbiare come si chiama. Ah sì, Salvini». Lo conosce e lo combatte, in Italia, attraverso cospicue donazioni che nell'ultimo biennio sono arrivate ai Radicali Italiani (298.550 dollari) o all'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) che da Soros si è vista beneficiare 385.715 dollari e che in passato, insieme a Magistratura Democratica, ha pubblicato la rivista Diritto, immigrazione e cittadinanza. Bonifici sono partiti in direzione dell'Associazione 21 Luglio (170 mila dollari) ente che sostiene le comunità Rom.

Se le disponibilità economiche di Soros seguono le sue simpatie, e da quel che si vede le seguono, in futuro potrebbe inserire le Sardine nel suo elenco. Stefano Buffagni, uno dei possibili leader del M5s, pensa peggio: «Soros elogia le Sardine. Ora capisco la visibilità che sono riusciti a ottenere». Se è stato un bacio non richiesto, al momento, non è stato un'effusione rifiutata. Per calmare la base e l'altra sardina, quella calabrese, Jasmine Cristallo, che non ha approvato l'incontro con Benetton («Sbagliato e improprio vedere Benetton» ha dichiarato al Fatto Quotidiano), Santori ha dovuto prendere le distanze (malamente) con una lettera pubblicata sul gruppo il cui senso è: «Siamo state invitate da Oliviero Toscani e Benetton è passato per salutare». Ieri le ha invece salutate Salvini: «Ho visto che le Sardine hanno fatto strada. La pacca sulla spalla da Benetton e Toscani. Dal bar di paese e le piazze al salotto di Toscani e all'abbraccio con Soros.

Ci eravamo sbagliati, lì di novità non ne vedo tanta». Alle sardine è rimasto vicino (simpatia, saltami addosso) Nicola Zingaretti, «la loro lettera è stato uno straordinario contributo politico e civile». Non è la «Bestia» di Salvini. Stanno sbagliando tutto da sole.

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