Cronache

Trovata la quarta valigia. Il figlio della coppia uscì il giorno della scomparsa

Si stringe il cerchio su Taulant, rilasciato da Sollicciano il 2 novembre 2015. È latitante

Trovata la quarta valigia. Il figlio della coppia uscì il giorno della scomparsa

Arriva da una singolare coincidenza, la svolta nel caso dei cadaveri abbandonati nelle valigie alla periferia di Firenze: gli inquirenti che proprio ieri hanno avuto un'ulteriore certezza sull'identità delle vittime, i coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni hanno verificato che la denuncia di scomparsa della coppia venne presentata dalla figlia l'8 novembre 2015. Nel documento si sosteneva che i genitori erano scomparsi da sei giorni, ossia dal 2 novembre. E proprio quello stesso giorno il figlio della coppia, Taulant, era uscito dal carcere di Sollicciano, dove era stato rinchiuso per reati di droga. L'uomo, come ha confermato il tenente colonnello dei carabinieri Carmine Rosciano, da quel momento si è reso irreperibile ed è tuttora latitante.

È proprio su di lui che adesso si concentrano le indagini, nel giorno in cui è stata ritrovata la quarta valigia contenenti resti umani, sempre nello stesso campo alle spalle del carcere di Sollicciano, a poca distanza dalla Firenze-Pisa-Livorno. Grazie ai cani molecolari, ieri è stato rinvenuto il quarto trolley contenente le gambe dell'uomo: l'autopsia ha confermato che si tratta di Shpetim Pasho, scomparso da Castelfiorentino insieme alla moglie. Il Ris di Roma ha messo a confronto le impronte dattiloscopiche dell'uomo e quelle recuperate dal dito di una mano del cadavere all'interno della valigia. Dopo quest'ultima scoperta, i sospetti si concentrano sulla figura del figlio Taulant, che dopo essere uscito dal carcere, cui era stato condannato dopo essere stato sorpreso con oltre 6 kg di marijuana, evase dai domiciliari e divenne uccel di bosco.

Restano però da capire diversi dettagli: in primis quante persone abbiano agito, ma anche il motivo della scelta di abbandonare i corpi proprio in quella zona. Shpetim e Teuta Pasho avevano vissuto qualche anno nell'Empolese, per poi rientrare in Albania e venire periodicamente in Toscana a trovare i figli Dorina, Vitore e Taulant. Un mese dopo l'ultimo viaggio a Castelfiorentino, nell'ottobre 2015, si sono perse le loro tracce. Da quel momento ciò che accadde alla coppia è nebuloso: grazie anche all'interessamento della trasmissione Chi l'ha visto, si è parlato di frequenti litigi in famiglia, di una telefonata in cui Teuta avrebbe affermato di voler chiudere ogni rapporto con i figli, del trasferimento della coppia in un affittacamere a Scandicci per stare più vicini a Taulant, e persino dell'intenzione di Shpetim di andare a vivere in Germania. Piste tanto diverse quanto poco solide, al punto che il fascicolo aperto dalla procura fiorentina venne archiviato con l'ipotesi di allontanamento volontario.

Dalle analisi post-mortem emergono poi ulteriori dettagli, che lasciando intendere che l'assassino non fosse solo: la donna è stata presa a pugni e strangolata con tale violenza da provocarle lo schiacciamento dello sterno, mentre lui è stato sgozzato. Il medico legale ha anche indicato l'arma usata per fare a pezzi i cadaveri: una mannaia da macellaio o un machete, usato come una ghigliottina. I resti sono stati poi avvolti con cura nel cellophane e chiusi col nastro adesivo, insieme a una coperta e un piumino per impedire che si diffondesse l'odore della decomposizione.

La presenza di radici sviluppatesi all'interno dei trolley potrebbe infine dar forza all'ipotesi che i corpi delle due vittime si trovassero nel campo da almeno un anno, mentre vista l'altezza da cui sono state lanciate le valigie superando le barriere fonoassorbenti della Fi-Pi-Li, alte più di due metri si ipotizza che l'autore abbia scaraventato i trolley da un mezzo particolarmente auto, magari un camion, mentre un complice era alla guida.

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