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Trump sotto accusa coi tre figli. "Frode, ora paghi 250 milioni"

La Procura di New York: "Schema criminale ai danni del Fisco". La replica: "Ennesima caccia alle streghe"

Trump sotto accusa coi tre figli. "Frode, ora paghi 250 milioni"

Donald Trump e tre dei suoi figli sono stati citati in giudizio con l'accusa di frode fiscale. L'ennesimo pesante guaio giudiziario contro l'ex presidente arriva dalla procuratrice generale di New York Letitia James, che dopo aver rifiutato l'accordo presentato dai suoi legali per risolvere l'inchiesta civile sulla Trump Organization, ha fatto causa al tycoon e ai suoi figli Eric, Donald Jr ed Ivanka per aver «sistematicamente» gonfiato gli asset dell'azienda di famiglia e guadagnato così miliardi di dollari illegalmente.

«Nessuno è al di sopra la legge, nessuno», ha detto James, considerata una delle principali antagoniste di Trump, mentre lui è tornato a parlare di «persecuzione politica» dei democratici e di «caccia alle streghe» da parte di una procuratrice generale «razzista». Nella causa civile di 220 pagine presso la Corte Suprema statale si chiede il pagamento di 250 milioni di dollari di danni e si punta a vietare in modo permanente a Trump e ai figli di ricoprire incarichi da direttore nelle società di New York.

«Abbiamo scoperto che Trump, i suoi figli e la società hanno utilizzato più di 200 valutazioni patrimoniali false in un periodo di dieci anni», ha spiegato James nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che hanno mentito a banche ed assicurazioni gonfiando in modo fraudolento il valore della loro compagnia. Inoltre, l'attorney General si è detta convinta che l'ex presidente abbia violato diverse leggi penali dello stato e «probabilmente» anche quelle federali riguardo il reato di frode bancaria. La procuratrice non può presentare accuse penali, ma riferirà quanto scoperto nell'indagine alle autorità federali di Manhattan. Dal 2019 The Donald ha affrontato indagini penali e civili sulle sue pratiche commerciali presso la Trump Organization relative al periodo precedente l'ingresso alla Casa Bianca, e il mese scorso è stato interrogato e si è appellato al Quinto Emendamento rifiutando di rispondere alle domande. «Ho rifiutato di rispondere in base ai diritti che sono concessi a ogni cittadino dalla Costituzione degli Stati Uniti», ha poi spiegato in una lunga dichiarazione negando le irregolarità e accusando il governo Usa di averlo preso di mira ingiustamente. Con quest'ultima causa salgono a sei le inchieste nelle quali si trova coinvolto, dalle frodi elettorali in Georgia all'assalto a Capitol Hill, fino alla più recente e clamorosa indagine dell'Fbi sui documenti top secret portati da Pennsylvania Avenue a Mar-a-Lago al termine del mandato.

Proprio sul blitz del Bureau, sembra ci sia stato uno scontro fra i suoi legali e il consulente speciale da loro scelto per l'esame delle carte sequestrate. Gli avvocati di Trump si sono infatti rifiutati di offrire prove del fatto che dai documenti era stato rimosso il segreto, come ripetuto più volte dall'ex Comandante in Capo. Mentre sulla causa di James, Trump ha ribadito che «è l'ennesima caccia alle streghe da parte di una procuratrice generale razzista, che ha fallito nella sua corsa alla carica di governatore, ottenendo quasi zero sostegno dagli elettori».

È «una truffatrice», ha aggiunto, affermando che perde tempo «con una campagna Acchiappa Trump invece di occuparsi del fatto che New York è un disastro mondiale per criminalità e omicidi».

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