È trascorso solo un mese dall'ultimo femminicidio nel Bresciano, provincia che sembra recentemente vivere una vera e propria escalation di violenze domestiche letali. Poche ore fa, un nuovo massacro è stato perpetrato a Castegnato, alle porte del capoluogo. Sono le 19 circa di ieri quando Elena Casanova, operaia 49enne dello stabilimento Iveco di Brescia, viene brutalmente colpita a martellate in strada da Ezio Galesi, ex fidanzato e suo coetaneo. Secondo le prime ricostruzioni riportate dal Giornale di Brescia, Galesi sarebbe arrivato in bicicletta aspettando la donna sotto casa di lei. Quando Elena Casanova a bordo della propria auto si ferma davanti all'abitazione, l'uomo sbuca dall'oscurità e la trascina fuori dall'abitacolo. La colpisce ripetutamente con un martello, che evidentemente aveva portato con sé. Non è ancora chiaro quanti colpi abbia inferto sulla donna, che muore dopo attimi strazianti in strada. Dopo aver ucciso la ex, Galesi si rivolge ai vicini di casa e in dialetto bresciano dice: «Chiamate i carabinieri, l'ho uccisa a martellate».
Carabinieri e soccorsi giungono sul posto pochi minuti dopo proprio a seguito dell'allarme lanciato dai residenti, ma lo scenario è terribile e per Elena Casanova - madre di una ragazza di 17 anni avuta dal primo matrimonio - non c'è niente da fare. Nella serata di ieri Ezio Galesi viene arrestato e condotto in caserma. E se da una parte il brutale femminicidio di Castegnato non lascia spazio ad interpretazioni, agli inquirenti spetterà ricostruire l'entità del reato e verificare la premeditazione del gesto. In questo senso, capire se l'uomo avesse portato con sé quel martello sarà determinante per la ricostruzione.
Intanto, fredde cronaca e statistica dicono che si è consumata l'ennesima violenza mortale ai danni di una donna. La dinamica, tutta da accertare, sembra però la medesima: la coppia non stava più insieme da un anno e seguendo un drammatico cliché dei femminicidi, l'uomo potrebbe non aver accettato la separazione. L'ultima giornata drammatica per il Bresciano era stato un lunedì dell'orrore: ad Agnosine, piccolo paese della Valsabbia, Giuseppina Di Luca, operaia di 46 anni, viene trafitta a morte sulle scale di casa dall'ex marito 52enne, Paolo Vecchia. Le similitudini tra i due episodi si susseguono: dall'inizio di agosto la coppia - sposata da 26 anni e con due figlie - non viveva più insieme e si stava separando ufficialmente. Anche in quel caso Paolo Vecchia aveva atteso Giuseppina fuori dall'abitazione dove si era trasferita per poi colpirla sulle scale con una decina di coltellate. E anche in quel caso, i fendenti furono letali.
Dopo il femminicidio, anche il 52enne si era
costituito, dicendo: «Ho ucciso mia moglie». Analogie inquietanti che riconducono allo stesso fenomeno, in allarmante crescita proprio a partire da fine marzo 2020, in corrispondenza del lockdown scattato per la pandemia.
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