Coronavirus

"Le varianti sono reazioni al vaccino" La bufala da Nobel spacciata per verità

Il controverso Montaigner guru dei No Vax. I virologi (e i dati) smentiscono: "Sono eventi naturali". Lo scivolone di Salvini

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

«Le varianti nascono come reazione al vaccino», afferma il leader leghista Matteo Salvini. Ovviamente l'interno mondo della virologia gli salta in testa, facendo notare la totale infondatezza scientifica della sua affermazione.

Ma Salvini fa il politico, non lo scienziato. Il guaio, quindi, è a monte. Sta in chi lo ha consigliato. Ed è imputabile ai cattivi maestri che hanno messo in circolazione teorie false, trasformate in «verità» da chat, social e complottisti vari. Cattivi maestri, sì. Quelli che, abusando di titoli ottenuti in passato, predicano false teorie sulla pandemia e sull'utilizzo dei vaccini. Tra questi l'idolo incontrastato dei No Vax, il premio Nobel 2008 Luc Montagnier. Il virologo francese nel 1983 riuscì a isolare l'Hiv parallelamente ai colleghi americani guidati da Robert Gallo. E già all'epoca gli iniziali comportamenti poco trasparenti di entrambi i professori nel tentativo di attribuirsi la scoperta, hanno dato indirettamente sostegno alle bufale sull'origine dell'Aids e sul negazionismo dell'Hiv.

Ora Montagnier torna ad alimentare fake news a cui anche parte della politica fa da cassa di risonanza. Tra queste, la pericolosità dei vaccini «che contribuiscono ad aumentare le varianti del virus, che causano l'autismo, che hanno una correlazione con il cancro e che hanno un legame pure con il 5G e le frequenze elettromagntiche».

Purtroppo l'unica cosa reale di queste posizioni è che hanno fatto perdere alla gente la fiducia nella scienza. Che avrà anche le sue colpe e avrà fatti i suoi errori, ma che non parla a vanvera sulla scie dell'emotività e dell'irrazionalità. «Ma Montagnier è un premio Nobel», ribattono i sostenitori del «nazismo sanitario». Già, ma lo è stato per una scoperta fatta quarant'anni fa. E in ogni caso non è il primo Nobel a farsi promotore di bufale. Solo per fare due esempi, il premio Nobel Watson sostenne che i bianchi sono più intelligenti dei neri e il premio Nober Mullis raccontò di essere stato rapito dagli alieni una notte del 1985.

Tornando alla teoria dei «vaccini che alimentano le varianti», il presidente Iss Silvio Brusaferro ribadisce che «i vaccini, a differenza del tampone, proteggono». E a ristabilire la verità scientifica a nome di tutti i virologi è l'immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata: «I procedimenti che portano alla genesi di nuove varianti sono eventi del tutto naturali, prodotti da mutazioni assolutamente casuali che si verificano nella struttura genica del virus. E che siano totalmente indipendenti dalla vaccinazione lo dimostrano i dati storici recenti secondo i quali la prima la variante è comparsa nel Regno Unito nel settembre 2020, quando di vaccini anti Covid in giro non c'era traccia. A seguire, in Africa e in Brasile, dove sono emerse le varianti Beta e Gamma, la popolazione era quasi completamente non vaccinata.

Così come in India dov'è comparsa la variante Delta, la popolazione all'epoca vaccinata era meno del 5%».

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