Roma

La polizia è a piedi: «falchi» senza moto e volanti dimezzate

Se già quindici anni fa era difficile garantire la sicurezza a Roma, oggi è praticamente impossibile. Sono sempre meno gli agenti delle forze dell’ordine a disposizione, tra tagli vari e utilizzi per scorte e postazioni fisse su obiettivi «sensibili». Eppoi ci sono le auto ferme in officina e le motociclette fatiscenti, al punto che i famosi «falchi» sono rimasti a piedi. Sì, proprio loro, le infallibili squadre speciali, che un tempo sventavano rapine, riuscendo ad arrivare sul posto in pochissimi minuti, garantendo il controllo con ben quindici motociclette operative su strada 24 ore su 24. Ora non ci sono più, anzi, dopo il ricovero dell’ultime due-ruote, la scorsa estate, i «falchi» possono intervenire solo con l’auto, sempre se disponibile e funzionante, e in una città trafficata come Roma non è la stessa cosa.
Più che allarme sicurezza, bisognerebbe lanciare un sos polizia. Se, infatti, negli anni Novanta, il Reparto Volanti Roma vantava la bellezza di 700-800 uomini, destinati al controllo del territorio per la prevenzione e repressione dei reati, oggi ce ne sono la metà: un agente ogni 247 cittadini, percentuale più bassa d’Europa. Con l’aggravante che a Roma fino a quindici anni fa si contavano due milioni e mezzo di cittadini, contro i circa quattro milioni di oggi. Come se non bastasse delle cento volanti di un tempo, venticinque per quattro turni, ciascuno di sei ore, si è scesi a quaranta (dieci per turno).
«Finora a Roma nessuno ha saputo impostare il modello sicurezza - tuona Gianni Ciotti, della Silp Cgil - non si può intervenire sempre e solo sull’emergenza quotidiana. Bisogna impostare una seria programmazione e trovare fondi per uomini e mezzi. A Roma e provincia ci sono 53 commissariati, dei quali circa 40 nella capitale: ognuno è sceso da 100 a 60 uomini». Quello che più incide sul depauperamento sono le postazioni fisse, come abitazioni di personalità, ambasciate, sedi di sindacati confederali. «Tempo fa - prosegue Ciotti - avevo proposto un programma per ottimizzare i controlli, facendo girare le volanti lungo un percorso mirato, invece di farle sostare per tutto il tempo: i ragazzi erano più vigili e motivati e in più si risparmiava forza lavoro e mezzi».
Purtroppo l’iniziativa non ha avuto un seguito. Per quale motivo? «In caso di attentato a un’ambasciata, ad esempio - precisa Gianni Ciotti, Silp Cgil - bisogna giustificare perché non era presente la volante, nonostante magari sia in grado di arrivare sul posto dopo soli cinque minuti».

La cosa più singolare è che gli agenti di polizia destinati al controllo del territorio sono 400, e con auto fatiscenti, mentre quelli delle scorte sono 800, tutti con vetture nuove di zecca.

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