La parola giusta è panico. Perché Prato per il Pd è uno dei feudi-simbolo per eccellenza: mai una virata a destra, mai un democristiano al governo della città, qui il Pci raggiungeva vette del 90 per cento senza batter ciglia. E insomma: vietato perdere, ma anche vietato arrivare al ballottaggio. Solo che i segnali non sono buoni. Il centrosinistra è spaccato: il Pd candida l’ex assessore alla mobilità Massimo Carlesi, che però subisce la concorrenza di Aldo Milone, l’ex assessore alla Sicurezza che, lasciata la giunta di Marco Romagnoli e abbandonato il Pd, corre con la lista «Prato Libera & Sicura», e del Prc, che schiera Paolo Paoletti in rotta con un Pd che giudica reo di «cose mostruose». Soprattutto, c’è che la campagna elettorale si è giocata tutta sull’immigrazione, e sulla «questione cinese». Perché Prato ospita la più numerosa comunità cinese d’Europa. E la concorrenza cinese nella patria del tessile da anni si fa sentire.
Il che aiuta il candidato del centrodestra, Roberto Cenni. Presidente della fondazione Cariprato, padre del marchio «Sasch», piace a operai e imprenditori. Cenni, che ha convinto l’Udc alla corsa comune, in casa Pd è considerato «avversario temibile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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