Il presidente e il re potrebbero cambiare la situazione. Se si sedessero allo stesso tavolo. Ieri Shimon Peres, l'anziano e storico leader israeliano, da una conferenza interreligiosa in Kazakhstan, ha fatto appello al sovrano saudita, apertamente, senza mezzi termini, proponendogli un incontro a Riad, Gerusalemme o in Kazakhstan. Davanti ai leader religiosi di mezzo mondo, imam musulmani, preti e rabbini (soltanto il delegato iraniano, Mehdi Mostafavi, è uscito dalla sala quando il presidente ha preso la parola) ha detto: «Da questa piattaforma faccio appello al sovrano dell'Arabia Saudita, il re Abdallah bin Abd al Aziz al Saud, promotore dell'iniziativa di pace araba, per incontrarci a Gerusalemme o a Riad o per viaggiare alla vota del Kazakhstan, e assieme ad altri leader arabi potremo realizzare la sua visione, la nostra visione e la visione di tutti coloro che credono nel nostro comune Dio di pace e giustizia».
L'iniziativa araba, presentata per la prima volta da re Abdallah nel 2002 al summit della Lega araba a Beirut, quando ancora era principe ereditario, prevede in breve la normalizzazione dei rapporti di tutti i Paesi arabi con Israele in cambio del ritiro dai Territori palestinesi e una soluzione concordata sui rifugiati. Molti esponenti politici israeliani hanno dimostrato interesse per la proposta, avanzando riserve a riguardo. Alcuni Stati arabi hanno chiesto emendamenti al testo nei più recenti vertici della Lega.
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