Un prete genovese scomunica il Papa che incontra il premier

Diego Pistacchi

Ora il Papa ha un nuovo consigliere. Un prete «biblista». Un prete genovese, naturalmente. Che, altrettanto naturalmente, pone al Pontefice «una questione etica», e gli rivolge «un imperativo di decenza». Lo fa non in udienza privata ma davanti a tutto il mondo, con una lettera aperta su Internet. E con molta umiltà insegna a Benedetto XVI perché non dovrebbe incontrare Silvio Berlusconi. Per fortuna c’è don Paolo Farinella che mette in guardia il Papa, facendogli notare che un simile incontro alla vigilia delle elezioni pur «nell’ambito di una visita del partito popolare europeo» (del quale peraltro fanno parte anche molti esponenti tanto cari alla sinistra italiana) è « stato programmato dallo stesso interessato che vuole questa visita come una sorta di “consacratio ad limina”». Infatti «nulla da eccepire se l’udienza capitasse in tempi normali o non sospetti.

In queste circostanze e condizioni, la visita è programmata da parte italiana con fini strumentali: serve al capo del governo per potersi accreditare come “consono” alla Chiesa cattolica a differenza del suo rivale, Romano Prodi, che da cattolico serio e adulto, non usa la religione come strumento populista (...)

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