Passano solo pochi minuti dalla stretta di mano tra Dieter Zetsche e Carlos Ghosn, ovvero il baffuto cowboy di Germania (per i suoi trascorsi in sella a Chrysler) e il Napoleone dellauto, e i blog americani si scatenano in una gara sulla battuta più velenosa da dedicare allaccordo franco-nippo-tedesco. Memori delle nozze finite male tra Daimler e lamericana Chrysler, casa automobilistica affidata ora alle cure italiane, i blogger Usa mettono in guardia Ghosn e, di riflesso, Renault e Nissan: «Goodbye Renault Nissan», sottolinea ironicamente un sito, mentre un altro sottolinea che «Daimler è capace soltanto di succhiare agli altri ciò di cui non dispone». E ancora: «Daimler riuscirà a uccidere Renault e Nissan nel tempo necessario a dire: Siete morti».
Toccherà al cowboy Zetsche, che continua a sostenere di aver lasciato un pezzo di cuore ad Auburn Hills, dimostrare il contrario. E lo stesso dovrà fare Sergio Marchionne, o più amichevolmente Sergioou, come tutto lo chiamano negli Usa, dal capo del sindacato a quello dei concessionari (ma non i suoi manager italiani che lavorano nel Michigan), che si è preso in carico il rilancio di Chrysler e il suo sviluppo in sinergia con Fiat.
Fatto sta che a differenza di Marchionne, il cosiddetto uomo solo al comando, Zetsche e Ghosn sono due galli nello stesso pollaio. Riusciranno ad andare daccordo? Se finirà come tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sulla politica economica europea, i blogger americani si faranno sicuramente due risate. Le scommesse sono aperte. E pensare che Dieter e Sergio avrebbero potuto brindare con del buon vino piemontese se, due anni fa, fosse andato in porto laccordo tra Mercedes-Benz e Fiat che avrebbe portato a Cassino la produzione delle nuove Classe A e B della casa con la Stella. Intesa sfumata dopo una serie di blitz tedeschi nella fabbrica italiana non perché insoddisfatti della qualità del lavoro, anzi. «A scoraggiare i vertici di Stoccarda - ricorda una fonte - il timore di andare incontro a costi maggiori a causa delle prevedibili interferenze dei sindacati: e a questo bisogna aggiungere le perplessità suscitate in Germania di affidare a una linea di montaggio italiana la produzione di due loro modelli», dimenticando probabilmente gli incidenti di percorso a cui Mercedes-Benz è andata incontro tempo fa.
Retroscena Parigi e Stoccarda si ispirano a Marchionne
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