Truffa sulla fornitura di 24 milioni di mascherine: arrestato imprenditore

Una denuncia della Consip ha fatto emergere anomalie su una gara del valore complessivo di oltre 253 milioni di euro per la produzione di protezioni

Truffa sulla fornitura di 24 milioni di mascherine: arrestato imprenditore

Sembrerebbe una truffa bella e buona. Un imprenditore è stato arrestato questa mattina dal Gico della guardia di finanza di Roma con l’accusa di turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. È stato il primo arresto per Covid-19. A dare il via alle indagini, una denuncia di Consip con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell’ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253 milioni di euro, bandita d’urgenza per garantire l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali. Non è la prima volta che i furbetti vengono colti sul fatto mentre si preparano a raggirare le istituzioni e a lucrare sull’emergenza.

Ma andiamo con ordine. In particolare, il lotto n. 6, dell’importo di circa 15,8 milioni di euro, relativo alla fornitura di oltre 24 milioni di mascherine chirurgiche, è stato aggiudicato dalla Biocrea società agricola a responsabilità limitata che, con la sottoscrizione dell’accordo quadro, si impegnava, tra l’altro, alla consegna dei primi 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall’ordine. Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica, finalizzati all’avvio della fornitura, però, la persona arrestata, che interloquiva per conto dell’impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria, lamentava l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, che sarebbe stata già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Non era vero. Lo scrive Repubblica.

Tutto questo ha insospettito le forze dell’ordine. Biocrea aveva anche una serie di vecchie violazioni tributarie (per 150 milioni di euro) non dichiarate in sede di procedura dalla società che aveva invece falsamente attestato l’insussistenza di qualsiasi causa di esclusione. Tale situazione ha comportato l’esclusione di Biocrea dalla procedura e l’annullamento in autotutela da parte di Consip dell’aggiudicazione. La persona fermata, essendo gravato da precedenti sia giudiziari che di polizia, ha cercato di dissimulare la riconducibilità a sé della Biocrea, nominando come amministratore, in concomitanza con la pubblicazione del bando, un prestanome, cui ha poi "ceduto" l’intero capitale sociale al prezzo di 100mila euro, da corrispondere però tra due anni.

Dalle indagini è emerso che la Biocrea, che ha un oggetto sociale del tutto estraneo al settore merceologico relativo alla gara (si occupa di coltivazione di fondi, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse), fosse una "scatola vuota" destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività. Nonostante la palese incapacità operativa e finanziaria, la società ha partecipato all’appalto, accettando il rischio di non essere in grado di adempiere alla fornitura di milioni di mascherine nei tempi brevissimi dettati dallo stato emergenziale in atto, chiaramente indicati nel bando di gara.

E sebbene il tentativo non sia andato a buon fine, l’indagato si è immediatamente riorganizzato per provare ad aggiudicarsi un altro appalto pubblico, questa volta relativo alla fornitura di guanti, occhiali protettivi, tute di protezione, camici e soluzioni igienizzanti, per un valore complessivo di oltre 73 milioni di euro, utilizzando altro soggetto giuridico, la Dental Express H24 Srl che, però, era come Biocrea, senza patrimonio. Ma in più aveva un membro del cda con precedenti. Anche in questo caso Consip ha rilevato l’incompatibilità con i requisiti di partecipazione richiesti e ha escluso l’operatore economico dalla procedura.

Le investigazioni hanno consentito di accertare che l’arrestato, nonostante tale provvedimento, si stesse adoperando per far figurare l’uscita dalla compagine sociale della persona con precedenti in una data antecedente all’indizione della gara, così da poter ricorrere alla giustizia amministrativa e rientrare in corsa per l’aggiudicazione dell’appalto.

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