Cultura e Spettacoli

ROMANZO A FUMETTI Il boom delle storie animate

Sulla scia degli Stati Uniti anche in Italia trionfa la «graphic novel», ovvero la narrativa illustrata

ROMANZO A FUMETTI Il boom  delle storie animate

Nei Paesi di lingua anglosassone le hanno battezzate graphic novel. Il pubblico sudamericano le indica come historietas. I fan giapponesi li chiamano manga. In Italia il termine che meglio li traduce è «romanzi a fumetti». Da qualche anno Hollywood sta cullando questa forma di espressione narrativa illustrata e popolare e proprio dal fantastico scrigno delle graphic novel sono stati saccheggiati titoli di successo come Sin City, From Hell, Batman Begins, Constantine, Hellboy, La lega degli straordinari gentleman.
A inaugurare questo genere di narrativa a fumetti moderna è stato ufficialmente nel 1978 Will Eisner (il celebre illustratore e creatore di Spirit) con il suo Contratto con dio (un romanzo illustrato ambientato nei quartieri poveri di New York) e nel tempo sono stati autori come Alan Moore, Frank Miller, Neil Gaiman e Art Spiegelman a sviluppare il linguaggio adulto dei fumetti, mescolando alle loro scoppiettanti intuizioni iconografiche il singolare approccio letterario e linguistico di questa letteratura disegnata.
In Italia, se si escludono gli apporti dati nel passato da autori come Hugo Pratt, Sergio Toppi, Guido Crepax e Dino Battaglia, per molto tempo questo stile grafico narrativo è stato a lungo surclassato dalle saghe popolari da edicola. Anche se già nel 1969 Dino Buzzati con il suo Poema a fumetti aveva cercato di percorrere una strada nuova in cui il fumetto potesse incontrare la letteratura fantastica riraccontando in maniera moderna il mito di Orfeo attraverso l’inconsueto e indissolubile connubio di testi e illustrazioni con un occhio particolare al fenomeno dei fumetti neri italiani (da Diabolik a Sadik, da Kriminal a Satanik) che in quel momento avevano letteralmente rivoluzionato il mercato editoriale.
Il grande successo in questi anni della contemporanea narrativa noir italiana ha sbloccato definitivamente anche il nostro mercato e negli ultimi tempi le librerie sono state invase da romanzi a fumetti che vedono coinvolti alcuni dei nomi più interessanti della letteratura di genere nazionale. Niccolò Ammaniti, in attesa di produrre un seguito del fortunatissimo Io non ho paura, ha pensato bene di affidare tre suoi racconti ai disegni di Davide Fabbri, coadiuvato in sede di sceneggiatura dall’esperto Daniele Brolli. Il risultato è Fa un po’ male (Einaudi) volume antologico che racchiude, oltre alla storia che dà il titolo alla raccolta, Bucatini e pallottole e L’ultimo capodanno dell’umanità (racconto dal quale è stato tratto lo sfortunato omonimo film di Marco Risi), una sequenza di vicende iperreali e violente ambientate nella Roma contemporanea che hanno il ritmo scanzonato del cinema pulp senza mezzi termini di Quentin Tarantino.
Le Edizioni Bd di Scandiano hanno deciso da qualche anno di puntare sul poliziesco all’italiana rieditando la lunga saga del Commissario De Luca (ideato negli anni Settanta per le pagine de Il Giornalino da Luigi Gonano e Gianni De Luca) ma ristampando anche le storie del sovrintendente Coliandro sceneggiate da un giovane Carlo Lucarelli per i disegni di Onofrio Catacchio (avventure in origine edite dalla Granata Press di Luigi Bernardi) e persino l’hard-boiled dal titolo Tobacco scritto da Pino Cacucci per Otto Gabos, detective story che con l’occasione viene rilanciata con una prefazione dell’entusiasta Claudio Bisio. Sotto l’egida di Alta Fedeltà sono quindi usciti La ballata del Corazza, un noir padano a firma Wu Ming 2 e Onofrio Catacchio, e due volumi dedicati al mondo strampalato e incontenibile di Andrea G. Pinketts: l’antologico I vizi di Pinketts (che propone una rivisitazione a fumetti di alcune delle sue migliori storie noir, pulp e horror) e la ristampa completa di Laida Odius, l’insopportabile travestito serial killer che Pinketts aveva ideato qualche anno fa su misura per il talento grafico di Maurizio Rosenzweigg.
Dalla Francia arrivano poi i due volumi della saga La dea realizzata da Jorge Zentner e David Sala ispirandosi a una delle riuscite avventure del ciclo dell’inquisitore Nicholas Eymerich di Valerio Evangelisti (che già aveva sperimentato un media come il fumetto adattando per Francesco Mattioli il suo La furia di Eymerich). Quelli realizzati da Zentner e Sala sono i primi due capitoli di una lunga saga che prevede le riduzioni di tutte le storie horror-storico-fantascientifiche realizzate dallo scrittore emiliano e che Oltralpe è diventata in breve tempo un vero e proprio cult.
La stessa cosa è accaduta al romanzo Arrivederci amore, ciao di Massimo Carlotto, trasformato in una graphic novel in due volumi da Andrea Mutti e Angelo Busacchini per le francofone edizioni Vents D’Ouest. Un’operazione singolare che ha previsto anche il radicale cambiamento del finale della storia che, nella versione a fumetti, ripristina l’originale conclusione del romanzo tagliata da Carlotto in bozze nell’edizione e/o poco prima di andare in stampa. Un fumetto che avrà anche un ruolo fondamentale per la realizzazione dell’omonimo film, visto che il regista Michele Soavi ha trovato fra quelle pagine alcune sequenze che gli sono sembrate perfette per essere girate con quelle atmosfere e quei colori.
Carlotto è forse il più attivo dei «noiristi» italiani nel suo rapporto con il fumetto. Dopo aver lasciato trasporre dal disegnatore Giuseppe Palumbo il suo racconto L’ultimo treno (ed. Alta Fedeltà) in un avvincente fumetto ambientato durante la guerra civile spagnola, ha deciso che il suo prossimo romanzo inedito con protagonista l’Alligatore sarà proprio un romanzo a fumetti. Nella collana «Le Strade Blu» di Mondadori dovrebbe apparire a breve E dimmi che non vuoi morire (che prende il titolo dalla canzone scritta da Vasco Rossi per Patty Pravo), la nuova avventura dell’Alligatore sceneggiata da Carlotto e disegnata da Igort.
E a dimostrare ulteriormente che il legame fra noir italiano e graphic novel è in questo periodo particolarmente florido è il recente volume Alta criminalità curato da Tito Faraci con la collaborazione di Marco Schiavone per la Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, una ponderosa antologia che mescola editi e inediti e che coinvolge Eraldo Baldini, Carlo Lucarelli, Sandrone Dazieri, Massimo Carlotto, Wu Ming 2 e Andrea G. Pinketts, abbinandoli ai talenti fumettistici di Villa, Catacchio, Rosenzweigg, Recchioni, Mutti, Cajelli. Il volume è una mappa dettagliata delle contaminazioni avvenute fra letteratura e fumetto in questi anni, suddivisa in otto storie che hanno per protagonisti ex terroristi disposti a tutto per farsi riaccettare nella società; killer vampiri capaci di fare stragi nelle terre mafiose siciliane; giovani che sciaguratamente ignorano i terribili pericoli di una strega leggendaria come la Borda; commissari di polizia alle prese con babbi natali assassini; poliziotti milanesi che amano far ricorso alla violenza per incastrare gang di rapinatori.

Storie disegnate e scritte con stile moderno e che citano a piene mani maestri ispiratori cinematografici come Argento, Lenzi, Di Leo e Tarantino ma anche «numi» letterari come Scerbanenco.

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