La Sampdoria ad Abramovich fa il giro del mondo e dei tifosi

(...) ribadisce altresì che l'ipotesi di cessione delle quote azionarie non è assolutamente nelle intenzioni e tantomeno nei progetti del presidente Riccardo Garrone e degli azionisti». In soldoni, non c'è alcuna aria di rivoluzione. Tutto chiaro. Anche se in realtà le voci di un interessamento ai blucerchiati da parte del proprietario del Chelsea sono tutt'altro che un pesce d'aprile calato in anticipo. Piero Sessarego, giornalista di fiuto ed esperienza, difende il suo "scoop": «La mia fonte è attendibile, una persona seria che conosce gli ambienti finanziari svizzeri - dice Sessarego - mi è sembrato giusto riportare questa notizia. Non credo di aver fatto male a qualcuno. So bene che la Sampdoria, in questo momento, ha bisogno di vivere nella massima tranquillità. Però, guardate, è come il gioco della tela e del mulino. Se Garrone resta alla guida della società, non so proprio pensare chi possa starci meglio di lui e siamo tutti contenti. Se invece si concretizzasse il discorso di Abramovich, allora riavremmo la Samp d'oro...».
Abramovich interessato alla Sampdoria. La notizia, al di là della smentita di corte Lambruschini, ha fatto il giro di Genova (e non solo...) in poche ore. Un tam tam tra i media di tutto il mondo, con i tifosi che si sono scatenati. Centinaia le telefonate e le mail alla redazione de «Il Giornale», sorride il capo redattore Massimiliano Lussana. Notizia bomba, peraltro accompagnata da un progetto ben preciso: Roberto Mancini direttore tecnico, Sinisa Mihajlovic allenatore e Fausto Salsano come «vice». Inevitabili le divisioni, anche tra i sostenitori blucerchiati. Tra chi non ha mai dimenticato il «bimbo» col numero dieci sulle spalle, e chi invece non ha mai perdonato al Mancio un addio quantomeno burrascoso, ai tempi di Mantovani junior. Senza poi trascurare chi, al di là della simpatia o meno nei confronti dell'ex mister interista, vede in Abramovich la possibilità - economicamente parlando - di potenziare ulteriormente la squadra. Anche se forse in pochi si ricordano come lo stesso magnate russo - con un accordo tra buoni amici con Berlusconi - di fatto abbia negato, in estate, il passaggio in blucerchiato di Shevchenko. Storia vecchia, comunque. E forse, col senno di poi, è andata meglio così: Pazzini alla Samp e l'ombra dell'ex pallone d'oro al Milan, intristito in panchina.
Sul ruolo di Mancini, peraltro, è opportuna anche una puntualizzazione.

«Secondo le indiscrezioni che ho raccolto - spiega Sessarego - il suo non sarebbe proprio un ruolo di direttore tecnico, ma piuttosto di "manager" all'inglese, come Ferguson al Manchester. E so per certo che Abramovich ha grande stima di Mancini». Tutto smentito, comunque. Almeno ufficialmente. Almeno per ora.

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