La sceneggiata di Angelina Visita lampo a Lampedusa tra sorrisi e tante banalità

Angelina Jolie arriva sull’isola e si sottopone al rito dell’identificazione con l’impronta digitale. Ma lei è arrivata col jet privato, non con il gommone. Una folla la attende e lei non risparmia sorrisi. E anche tante banalità. Video

La sceneggiata di Angelina  
Visita lampo a Lampedusa 
tra sorrisi e tante banalità

Un’extracomunitaria che nessuno si sognerebbe mai di respingere, che molti lampedusani accoglierebbero a cena e anche al dopocena, mette piede sull’isola ed è subito evento storico. Apparizione. Angelina Jolie arriva sul posto nelle sue belle vesti di ambasciatrice Onu. Per questa migrante si predispongono imponenti misure di sicurezza, guidate personalmente dal viceprefetto di Agrigento. Presente l’Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterrres. Presente pure l’illustre isolano acquisito Claudio Baglioni. Particolare molto curioso: stavolta l’extracomunitaria non arriva via mare, sbarcando da un gommone o da una fetida bagnarola, ma atterra direttamente all’aeroporto sul suo jet privato. A parte questo dettaglio, non risultano altre differenze sostanziali: anche lei, come tutti i nuovi arrivati, va al Centro accoglienza per sottoporsi - volontariamente, specificano i cronisti - al rito delle impronte digitali. Magari non tutti gli ospiti colgono il significato, ma Angelina è una di loro.

Il mondo ormai ha imparato che la signora Jolie ha ambizioni umanitarie molto alte. Sta studiando da Madre Teresa di Calcutta. Ha adottato una moltitudine di bambini di vario colore. Ovunque si soffra e si pianga, lei prima o poi compare. Una brava donna, niente da dire. Però non si può sostenere che cerchi di tenere tutto nascosto. Di agire sott’acqua. Tolstoj diceva che il bene è muto. Dumas diceva che chi fa il bene è come chi fa il male: si nasconde. Eppure, in questi ultimi anni, anche la solidarietà ha cambiato pelle: uscita dal silenzio e dalla discrezione, è salita sul palcoscenico ed è diventata spettacolare, mondana, tendenzialmente chic. Questo sbarco a Lampedusa fa pienamente parte della nuova linea umanitaria. In un marasma di guardie del corpo e di autorità sull’attenti, con il rombo del jet (set) che paralizza l’aeroporto, la visita vipposa è sicuramente un ottimo spot turistico per Lampedusa, nonché una nuova pezza giustificativa nel processo di beatificazione della signora Pitt. Ma forse è il caso di chiedersi se tutta questa gente che sbava per la bellona dal cuore d’oro abbia ben chiaro il senso dell’avvenimento.

Certo, come diceva Totò, con quella bocca lei può dire ciò che vuole. Per la cronaca, passano alla storia queste memorabili frasi: «Lampedusa è un’isola bellissima: è la prima volta che vengo, ma penso che tornerò», «Guardo questo bellissimo mare e fa male pensare quante persone hanno rischiato la vita e quante l’hanno anche persa», «Penso a quanto devono essere disperati per salire su una barca e rischiare la vita», «Nel mondo serve più tolleranza», «Sono onorata di essere qui con voi lampedusani: sono grata a voi e a tutti gli italiani per aver tenuto i confini aperti».

Anche se non è possibile chiarire se i testi glieli scriva Walt Disney o direttamente Veltroni, restano parole apprezzabili. Però attenzione, fermiamoci qui con il ciglio umido e con la venerazione. L’Italia non ha alcun bisogno di queste benedizioni e di queste certificazioni. Né da parte della Jolie, che sarà pure una santa donna, né di nessun altro. L’Italia, tra tanti errori e tante esitazioni, a modo suo, ha comunque fatto tutto quello che poteva, infinitamente più di quanto abbia fatto chiunque altro in Europa. Che lo riconoscano o meno attricione e attricette, ma anche alti e bassi commissari Onu, importa poco. Lasciati completamente soli, noi ci siamo dati una mossa.
Adesso, dopo averci visitati tempo addietro con atteggiamento poliziesco e fiscale, solo per pescarci in fallo, cominciano a planare sull’isola per dispensare qualche grazie e qualche solenne encomio. Buono il pensiero, ma non se ne sente la necessità. Dov’erano tutti, mesi fa, dov’erano attori e saltimbanchi, dov’erano Europa, Onu, Mondo, quando Lampedusa era invasa da un’umanità derelitta e rabbiosa, quando la «bellissima isola» era ridotta a un’immensa cloaca in mezzo al Mediterraneo?

In quei giorni di calamità biblica, si sono visti soltanto lampedusani tolleranti, volontari laboriosi, carabinieri e poliziotti generosi.

Tutta gente anonima, che non è andata a lasciare platealmente le impronte al Centro accoglienza, come l’amabile signora Jolie. Tutta gente che ha lasciato un’impronta incancellabile solo sul destino degli ultimi e dei miserabili.

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