Il recente rally dei mercati emergenti? Potrebbe essere una grande opportunità. Mark Gordon-James, senior investment manager di Aberdeen AM, spiega infatti che «i segnali di miglioramento dalla Cina e il prezzo in aumento del petrolio e di altre materie prime hanno spinto la domanda di asset di questi Paesi, con considerevoli flussi in entrata nelle recenti settimane». L'indebolimento del dollaro è un segnale che probabilmente la recente svalutazione delle divise emergenti è stata esagerata. Sarebbe ingenuo minimizzare le condizioni avverse, ma parimenti deleterio farsi prendere dalla negatività. «Il rialzo dei tassi Usa spiega il manager - continuerà a pesare sulla domanda di azionario emergente, l'economia cinese probabilmente continuerà a rallentare e il prezzo delle materie prime potrebbe scendere ancora. Ma pare che il ciclo degli utili abbia toccato il fondo e che le aziende di questi Paesi dovrebbero assistere a una ragionevole crescita dei profitti in valuta locale già quest'anno. I governi stanno facendo sforzi vigorosi per supportare la crescita attraverso riforme domestiche e investimenti in infrastrutture. I bilanci del settore pubblico e privato sono generalmente solidi, quindi non prevediamo grossi problemi di debito. Dopo alcuni anni di rallentamento, riteniamo, quindi, che i mercati emergenti avvieranno una ripresa sostenibile». In questo quadro come si orientano gli investimenti? «Abbiamo un approccio da stockpicker e l'India rappresenta il Paese su cui siamo maggiormente esposti in quanto lì abbiamo trovato un buon numero di business di qualità. L'elezione di Narendra Modi - continua Gordon-James - ha acceso la speranza di un rilancio dell'economia e, anche se non siamo troppo ottimisti circa il fatto che il governo sia in grado di perfezionare tutte le riforme necessarie, crediamo che le aziende indiane nei nostri portafogli abbiano prospettive di lungo termine molto promettenti».
«Altri Paesi in cui abbiamo esposizioni significative - aggiunge - sono Brasile, Messico, Filippine e Thailandia, dove abbiamo trovato alcune aziende ben gestite e con buone potenzialità di generare utili.
A livello di settori, privilegiamo le aziende che producono beni di prima necessità perché siamo convinti che i consumi interni nelle economie emergenti saranno guidati dall'aumento della classe media e della spesa per i beni di consumo di marca, e le società finanziarie, che consideriamo degli intermediari ai fini della crescita (banche retail locali, società di assicurazioni vita e imprese edili)».ESc
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