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La scuola è per i bambini non per dare un posto fisso alla maestra

L’istruzione è un diritto che va rispettato ma gli scolari più piccoli non hanno un sindacato

La scuola è per i bambini non per dare un posto fisso alla maestra

Milano - Il problema della scuola italiana e che i diritti dei bambini, che non votano e non sono iscritti a un sindacato, di avere un’istruzione e una maestra non sono rispettati. In Italia infatti e l’ho scoperto sulla pelle di mio figlio, per avere un posto fisso il maestro elementare chiede di passare di ruolo nelle città del nord . L’aspirazione è legittima ma l’Italia è luogo particolare. Infatti dopo aver ottenuto il posto al nord (Milano, Bergamo Venezia ecc) il maestro del sud dovrebbe insegnare almeno tre anni nella sede designata dal provveditore prima di chiedere il trasferimento e tornare nella città natale. E già questo è assurdo perché se il posto non c’era prima non si capisce come dopo tre anni misteriosamente si crei. Ma la realtà supera ogni fantasia in quanto il suddetto maestro può fare immediata richiesta di trasferimento provvisorio per ricongiungimento familiare o meglio ancora usando tutte le pieghe della legge 104 a tutela dei familiari disabili (e il punteggio per il trasferimento raddoppia). Così la cattedra di ruolo ottenuta a Milano resta scoperta (e viene assegnato un supplente) e per il suddetto maestro come per magia si crea un posto al sud, ad esempio in Sicilia, che prima non c’era. E mentre il maestro va avanti e indietro con il suo posto fisso in valigia, il bambino resta abbandonato al suo destino, questa volta si precario, e finisce nelle mani del supplente. Con il rischio forte che quest’ultimo cambi in continuazione. Gli insegnanti insomma, oltre ad ammalarsi con notevole facilità, possono sempre spostarsi per ricongiungimento familiare in ogni parte della penisola e ogni volta ci saranno bambini destinati al precariato del supplente. Il disastro nel caso in questione, oltre al cambio di insegnante, sta anche nel fatto che i supplenti provengono da una misteriosa graduatoria che può mandare in una scuola anche soggetti a cui difficilmente si affiderebbe non dico un bambino ma neppure il cane di casa. L’esperienza diretta è stata la seguente: la supplente arrivata dopo neppure 24 ore appioppa una sberla a un bimbo di sei anni, e poi dopo due giorni di “lavoro” si mette in malattia per cinque. Ovviamente con tutte le tutele di legge.

Solo a Milano ci sono 300 maestri di ruolo che hanno chiesto il trasferimento provvisorio, un disastro per 300 classi e 6mila bambini che diventano precari dell’istruzione al posto dell’insegnante che si tiene caro il posto fisso.

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