Sparare nel mucchio non giova a nessunoil commento 2

di Antonio Risolo

La collega Francesca Nacini ha scovato un'oasi felice - o, se preferite, meno infelice di altre realtà - ma è ben poca cosa nonostante l'eccellenza della struttura: lo Sporting The Beach Cinquale, appunto. Mosca bianca che conferma la «regola». Sabato scorso abbiamo pubblicato i dati, drammatici, dell'Osservatorio Nautico relativi al crollo degli ormeggi - stanziali e in transito - nel mese di luglio. In agosto sta andando ancora peggio mentre, nonostante gli appelli delle associazioni di categoria (Ucina e Assomarinas) e degli operatori dell'indotto ormai con l'acqua alla gola, il Professore continua imperterrito per la sua strada. Sempre più convinto che caccia alle streghe e leva fiscale siano gli antibiotici giusti per debellare l'evasione. Il drenaggio di ricchezza dai cittadini verso lo Stato, ormai a livelli insopportabili, ha già raffreddato oltre misura l'economia. E nei prossimi mesi il passo dal freddo al gelo sarà breve. In Italia c'è un altro spread di cui nessuno parla. È quello che corre tra uno Stato sempre più sovrano e i cittadini sempre più sudditi. À la guerre comme à la guerre: e guerra sia, agli evasori. Ma sparare nel mucchio è da regime poliziesco che, in questo caso, fa molto male all'economia, al turismo e allo Stato medesimo. In nessuna democrazia del mondo esiste la persecuzione a prescindere: hai la barca, quindi evadi. Il clima di terrore colpisce soprattutto il ceto medio: i veri ricchi, evasori e non evasori, continueranno a spendere i loro soldi altrove. Dove, ad esempio, per 2mila litri di carburante si risparmiano circa mille euro. E, soprattutto, dove i controlli sono brevi, cortesi e discreti, senza abbordi con interrogatori di terzo grado. Le cronache del Secolo XIX raccontano che sulle banchine di Marina di Varazze (è solo un esempio) a Ferragosto c'erano più finanzieri che diportisti. Ci risulta che nell'esecutivo sieda anche un ministro con delega al Turismo: Piero Gnudi. Grande manager dal curriculum pieno zeppo di incarichi prestigiosi. Tra le sue prerogative attuali ci sarebbe anche la seguente: «Il Dipartimento esercita compiti di elaborazione degli indirizzi generali, dei principi e degli obiettivi per lo sviluppo competitivo del sistema turistico nazionale e di iniziative di incentivazione in favore del settore turistico». Bene, il suo silenzio sulla disastrosa situazione del diporto italiano ha fatto un gran rumore, percepito chiaro e forte dalla Costa Azzurra alla Croazia. Mancano pochi giorni all'inizio della nuova stagione nautica che aprirà i battenti l'11 settembre con il Festival de la Plaisance di Cannes, l'appuntamento che da sempre tasta il polso del settore, mondiale e italiano. Dopo la breve tappa a Montecarlo, il circus sbarcherà a Genova. Con queste credenziali: la nautica italiana ha visto volatilizzarsi il 50% del fatturato globale; addirittura il 90% di quello interno.

Vogliamo aggiungerci il miliardino bruciato causa svuotamento dei porti? Gli amanti delle statistiche e degli zero-virgola non se ne abbiano a male: in questi tre soli numeri c'è tutta la lunga agonia di un intero settore.

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