«Spettacoli gratis a studenti e anziani più cinema oltre ai film dei festival»

È sempre trafelato, lavora 16 ore al giorno - assicurano dal suo ufficio - dalle 8,30 fino a sera, per poi assistere a tutti gli spettacoli che vanno in scena. Antonio Calbi, direttore del settore spettacolo di Palazzo Marino, 44 anni, ex direttore del Teatro Eliseo di Roma, dove ha vinto nel 2006 il premio Gassman per la migliore stagione teatrale 2005/06, è arrivato a Milano con una missione: contribuire alla rinascita culturale della città.
Qui ha studiato e vissuto a lungo. Come ha (ri)trovato Milano?
«Dopo 5 anni passati a Roma ho trovato una Milano un po’ spenta, ripiegata su se stessa, senza anima. Milano deve ripartire e deve farlo pensando alla grande, disegnando con coraggio, ambizione e determinazione il proprio futuro. Spero insieme all’assessore Sgarbi di riuscire nell’impresa».
Il principale difetto della città?
«La capitale della comunicazione, delle tv private, della pubblicità e della grafica da dieci anni a questa parte si è dimenticata come si comunica. L’offerta milanese appare oggi inferiore a quella di Roma: le città sono diverse, l’anarchia romana può essere interpretata come spreco, ma anche come indice di vitalità e Veltroni ci ha sottratto la capacità di comunicare, promuovere eventi, creare movimento».
Vedo sulla sua scrivania delle bozze di manifesti...
«Questa è la campagna di comunicazione per il settore spettacolo alla quale ho lavorato questa estate. La campagna prevede manifesti - il cui soggetto sarà un’opera di un artista che è stato ospitato in mostra durante l’anno. Quest’anno abbiamo scelto le sculture di Ivan Theimer - ma anche delle pubblicazioni, una per settore, ossia musica, teatro, cinema e danza, con le stagioni e tutti gli appuntamenti. I milanesi li potranno trovare gratis in tutte le biblioteche, teatri, università. Il primo obiettivo che mi sono dato, infatti, è implementare le strategie di promozione dell’intero sistema di spettacolo milanese. Una buona amministrazione deve sì contribuire con denaro alle attività degli operatori, ma soprattutto deve mettere a sistema tutte le diverse realtà come le tessere di un puzzle, a partire proprio da una comunicazione unitaria».
I primi obiettivi?
«Il primo obiettivo, quasi raggiunto, è la comunicazione: uno dei pregi di Milano è la grandissima quantità di risorse presenti sul territorio ma poco conosciute. Penso agli operatori della musica, ai teatri off, alle manifestazioni di danza. Sgarbi e io vorremmo valorizzare ancor più diffusamente l’intero sistema dello spettacolo della città, salvaguardare l’esistente, le sue eccellenze, ma anche garantire il ricambio generazionale e la nascita di nuove realtà. D’ora in poi il comune si occuperà di comunicare le loro attività, tramite i libretti e i manifesti che presto affiggeremo in tutta Milano. Il secondo è riuscire a offrire gratis 30 spettacoli ai milanesi in difficoltà, giovani e anziani. Stiamo prendendo accordi con i 14 teatri convenzionati con il comune e con il Piccolo perché offrano ciascuno due repliche degli spettacoli che hanno in cartellone per questa stagione. Il teatro, infatti, è l’arte sociale per eccellenza. La terza iniziativa che stiamo organizzando con il Mondadori Multicenter di piazza Duomo saranno i “Venerdì dello spettacolo”: una serie di incontri presentati da Sgarbi e da me con un regista, un attore, un musicista, diciamo il personaggio di spettacolo di quella settimana. Per ora abbiamo in programma una cinquantina di appuntamenti».
Altri progetti?
«Altri due importanti: rilanciare il cinema a Milano, al di là della panoramica del film di Locarno e di Venezia che tutti gli anni il comune organizza. È un lavoro lungo e complesso che stiamo studiando con l’assessore.

Seconda novità: studiare un sistema di convenzioni triennale per gli operatori musicali della città per permettere loro di avere la possibilità di pianificare progetti, attività e iniziative».
Il rapporto con Sgarbi?
«Sintonia totale».

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