Il cammino di Rossana e Vittorio Messori

La moglie del giornalista cattolico racconta la loro lunga storia d'amore

Il cammino di Rossana e Vittorio Messori

Vittorio Messori lo conoscono tutti. È il giornalista-scrittore che ha intervistato due papi, il primo al mondo. Si è imposto all'attenzione mondiale fin dall'esordio, con quell'Ipotesi su Gesù che fu un clamoroso successo del passa-parola: uscito per l'editrice dei salesiani, sbancò subito con un milione e mezzo di copie e fu tradotto perfino in arabo, in giapponese, in coreano. Era il 1976, correvano gli anni di piombo e a tutto la gente pensava - così almeno si credeva - tranne che a Gesù.

Messori non ha figli, ma ha una moglie, Rosanna. Ed è un libro a tratti commovente quello che lei ha pubblicato per raccontare prima la propria vita e poi quella accanto al famoso saggista cattolico. È anche una sorta di bilancio, perché i due stanno entrando nella terza fase della vita, quella in cui all'orizzonte comincia a profilarsi il traguardo. Rosanna Brichetti Messori, tra l'altro, è anche lei autrice, avendo diversi libri all'attivo. L'ultimo è, appunto, Una fede in due. La mia vita con Vittorio (Ares, pagg. 224, euro 15), che si apre con una prefazione di Cesare Cavalleri, cinquantennale direttore della rivista Studi cattolici e delle edizioni Ares. Chiude il volume una Lettera dello stesso Messori.

L'autrice inizia rievocando l'infanzia a Treviglio, con il padre proprietario di una segheria e la madre ragioniera. Famiglia cattolica, a differenza di Messori, emiliano cresciuto a Torino, la cui famiglia era agnostica se non anticlericale. I nonni materni di Rosanna avevano rilevato dal boemo Peck la famosa gastronomia milanese. Lei ebbe come compagno d'infanzia il regista Ermanno Olmi. Rosanna si laureò in Giurisprudenza a Milano, poi si specializzò in Teologia e Sociologia. Fu appunto durante gli studi teologici ad Assisi che incrociò per la prima volta il giovane giornalista della Stampa, Messori. Ma dovevano trascorrere anni prima che i due si incontrassero di nuovo e scoccasse la scintilla. Seguirono cinquant'anni intrecciati, per il successo letterario di Messori, con la storia della Chiesa, le turbolenze del post-concilio e del post-Sessantotto. Si misero insieme nello stesso anno del boom di Ipotesi su Gesù, che lanciò Messori anche come coscienza critica della cattolicità. Da allora fu un susseguirsi di bestseller, tra i quali Rapporto sulla fede, un'intervista all'allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Era la prima volta che un capo dell'ex Sant'Uffizio accettava di farsi intervistare. E soprattutto Varcare la soglia della speranza: anche qui era la prima volta in assoluto che un papa, Giovanni Paolo II, acconsentiva a un'intervista.

La fede fu una scoperta per marito e moglie: per lei una ri-scoperta, per lui una clamorosa conversione. Entrambi decisero di dedicare la propria vita a quel Vangelo di cui si erano innamorati. Ma la coppia ha dovuto anche scontrarsi con molti ostacoli nello sforzo di viverlo, il Vangelo. Infatti, quando si ritrovarono, Messori nel frattempo si era sposato, con un matrimonio nullo canonicamente. In tempi di secolarizzazione, di solito si va a convivere. Ma nel loro caso c'era di mezzo una conversione sincera e una ferma determinazione a obbedire alle leggi della Chiesa. Anche una convivenza in castità, per loro, sarebbe stata improponibile: un famoso scrittore cattolico ha, per forza di cose, anche dei detrattori, i quali sarebbero stati felicissimi di trovargli lo «scheletro nell'armadio» e propalare ai quattro venti che parlava bene ma razzolava male.

Ma, come Dio volle, anche questa difficoltà venne superata alla fine (molto alla fine): la Sacra Rota diede l'ok e i due

poterono sposarsi in chiesa. «Vittorio caro, mio amato compagno di vita e di ricerca»... Così inizia l'ultimo paragrafo del libro-confessione. Parole che compendiano un'intera esistenza, quella di «due vite intrecciate».

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