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Il pop da cinema. Cremonini sorprende: "Un film sul palco"

Il tour dell'artista debutta al Forum di Milano. "Cerco un linguaggio nuovo per il pubblico". E in oltre venti canzoni cambia suoni e toni confermando il suo momento d'oro

Il pop da cinema. Cremonini sorprende: "Un film sul palco"

Quasi quasi poi è stata una fortuna. Ma prima no. La tempesta perfetta, anzi «la morte clinica» come ha detto lui scherzando alla fine: appena spente le luci del Forum si è spenta anche la musica di Cremonini. Concerto bloccato alla seconda nota. «Guasto tecnico» ha confermato il promoter. Mezzora di silenzio, bivio emotivo: il pubblico avrebbe potuto spazientirsi e l'artista perdere concentrazione.

E invece no.

Nessuno ha fiatato, tutti buoni e silenziosi, e Cesare Cremonini è tornato sul palco gigioneggiando («Ero preoccupato solo per mia mamma») e ha ripreso uno spettacolo che a quasi tutti sarebbe scappato di mano. «Il palco è il posto dove mi sento più sicuro, non sei contro diecimila persone ma con diecimila persone». È iniziato così l'altra sera il Logico tour che andrà avanti per un mese e riprenderà il prossimo anno (replica ieri sera sempre al Forum). Per capirci, un concerto zeppo di variazioni, qualcosa come «quindici generi musicali diversi che si ritrovano sullo stesso palco» come ha spiegato lui scendendo per qualche minuto sulla Terra. Come si era capito già ai tempi dei Lùnapop, Cremonini vive in una dimensione parallela che ora, a 34 anni, arreda con un modo sempre più personale. È una popstar ma non si atteggia da popstar. Sul palco è un intrattenitore ma in sala prove è un cantautore. Insomma, può fare quello che vuole, a patto di fuggire la pericolosa e sterile autoreferenzialità. E dal vivo ci riesce quasi sempre, visto che all'inizio è persino rock con una elettrica Logico #1 e una Dicono di me assai ritmata per poi diventare addirittura rock'n'roll in Stupido a chi? e quasi beatlesiano (nel senso di Phil Spector) in Non ti amo più . Lui fa lo show. E la scenografia è su misura: la band (assai agile ma suono della batteria forse un po' troppo nascosto) allineata dietro di lui, luci affilate e due megaschermi sui quali, durante Mondo , compare anche il volto di Lorenzo Jovanotti. «Ho voluto infilare in scaletta brani particolari per fare un concerto a tratti teatrale, a tratti da stadio e a tratti da club» ha riassunto senza aggiungere il vero tratto saliente: l'unico che non cambia è soltanto lui. D'altronde «il vestito da sera che metto alle canzoni dipende solo dal gusto del momento», ossia l'arrangiamento è frutto dell'istinto ma la musica e le parole nascono dall'anima e quindi viaggiano sempre sullo stesso binario. Perciò il Logico Tour è un concerto cinematografico, e non soltanto perché durante Io e Anna («L'ideale continuazione di Anna e Marco di Dalla) sullo schermo arriva un «corto» girato da Enrico Gabriellini con Tea Falco e l'artista impegnati in quattro minuti di recitazione gestuale: «Cercavo un nuovo linguaggio da offrire al pubblico».

Comunque Cremonini è sempre cinematografico, sia quando rimane in maglietta perché si scapicolla avanti e indietro sia quando indossa una giacca psichedelica disegnata da Gaia Trussardi: «Ho recitato, mi piace recitare e farei pure il regista, però non è il momento di parlarne». Di certo ha saputo crescere con i propri tifosi, e viceversa. E allora quando inizia 50 Special , che compie quindici anni di vita, è l'apoteosi vintage con una impressionante reazione del pubblico (tra i quali anche Valentino Rossi, Dolcenera, Emis Killa e Marco Mengoni).

Ma se parte Marmellata #25 , che è uno dei brani più complessi del pop italiano, la reazione è altrettanto sontuosa, a dimostrazione che la carriera «passo dopo passo» (come piace dire a lui) è stata così graduale da riuscire a coinvolgere tutti allo stesso modo. Un privilegio di pochi. E la conferma che Cesare Cremonini è uno dei pochi che ti immagini anche al Forum tra decenni. Naturalmente in versione un'altra volta diversa, ci mancherebbe, e un'altra volta imprevedibile.

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