Riapre al pubblico oggi la cappella della Sacra Sindone di Torino. Non era visitabile da 28 anni. Nel 1990, a seguito della caduta di frammenti marmorei era stata chiusa. E poi a quei problemi di struttura si aggiunse il devastante incendio dell'aprile 1997 che per poco non distrusse il Sacro telo. Ma cosa si troveranno davanti agli occhi i visitatori? Un capolavoro barocco dalla storia tormentata. La Sindone venne trasferita da Chambery (Savoia) a Torino nel 1578. Il cardinale di Milano, Carlo Borromeo, spronò il duca Carlo Emanuele I a edificare una chiesa sulla piazza del Castello per custodirla.
Nel 1610 il progetto fu affidato a due architetti: Antonio Vitozzi e Carlo di Castellamonte, già protagonisti del rinnovamento urbano di Torino a partire dal 1563. Ma i lavori furono interrotti nel 1620 e rimasero bloccati sino al 1656, quando furono affidati allo scultore Bernardino Quadri, grande artista ma non certo esperto di strutture architettoniche. Ben presto la corte stessa avanzò dubbi su quanto si stava realizzando, sulla consistenza delle strutture di elevazione che avrebbero poi dovuto sostenere la grande cupola. A fronte di tutto ciò i lavori furono nuovamente interrotti. Sino all'arrivo a Torino di Guarino Guarini, chierico teatino e già architetto rinomato. Il Guarini studiò attentamente lo stato della fabbrica e non modificò nulla riguardo l'assetto planimetrico. Mantenne l'impostazione data dall'ultimo intervento del Quadri che si era spinto sino al cornicione del primo ordine. Ma da qui verso l'alto ogni livello della costruzione era pensato per differire dal precedente dando vita a un'articolata e armoniosa geometria innovativa rispetto a qualsiasi precedente cupola. Tanto che da subito la cupola venne definita come «bizzarra e meravigliosamente strana».
E in effetti con le sue linee di fuga e con le sue prospettive che la fanno sembrare ancora più alta di quanto in realtà sia è davvero unica. Come spiegato nell'inaugurazione di ieri bisognerà ancora recuperare l'altare centrale realizzato da Antonio Bertola (1647-1715) e destinato proprio a contenere la Sindone; i lavori inizieranno a primavera.
Ma intanto è tornato ad essere visibile, dopo un restauro difficilissimo (sostituzione di oltre 1400 elementi di marmo, il consolidamento di 4mila componenti, l'inserimento di nuove catene in acciaio), uno dei capolavori del barocco italiano. Un capolavoro dalla storia complessa e speriamo dal futuro più facile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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