Ha costruito un vulcano per James Bond e spedito nello spazio uno shuttle, prima che ci pensasse la Nasa. E dai ruggenti anni Venti di Berlino alla «swinging London» è approdato a Hollywood, entrando nella storia del cinema, con registi come Stanley Kubrick e Robert Aldrich. Così adesso Ken Adam, il più grande scenografo del cinema novecentesco, che con i suoi disegni visionari ha creato lo stile estetico della serie 007, dal 1962 al 1979, e soddisfatto gli strani sogni di Kubrick, a 93 anni viene onorato a Berlino, la città natale dalla quale fuggì nel 1934, perché ebreo, trasferendosi a Londra.
La Deutsche Kinemathek, infatti, gli dedica l'imponente mostra Bigger than Life (fino al 17 maggio), nel titolo aderente al concetto di vita di questo designer classe 1921, che da adolescente vide bruciare il Reichstag e da ragazzo fu l'unico tedesco arruolato dalla Raf (nome in codice: Heini) per bombardare Colonia e altre città germaniche col suo aereo da caccia, un Typhoon. Un'esistenza da uomo notevole del XX secolo, che oggi vive a Londra insieme alla moglie Maria Letizia, ischitana conosciuta nel 1951 su uno dei tanti set giganteschi creati da sir Ken.
A ripercorrere le fasi della sua brillante esistenza da trend-setter, capace d'influenzare architetti di moda come Santiago Calatrava e Norman Foster, ispiratosi al set de La spia che mi amava (1977) per la stazione del metro londinese Canary Wharf, si capiscono tante cose di Klaus Hugo Adam. Uno che ha portato gli spettatori in luoghi segreti come la War Room del Dottor Stranamore (1966) di Kubrick, tra le immagini più iconiche di Hollywood, e disegnato Fort Knox per Goldfinger (1964),posto dove non entra neanche il presidente americano, ha introiettato la Guerra Fredda e le sue atmosfere minacciose, tra missili e sottomarini. E se i film di Bond sono orge di distruzione, dove tutto salta per aria, brucia ed è perso in un attimo, le reminiscenze della Seconda Guerra mondiale affiorano a ogni gadget tecnologico esploso. Nei 90 progetti cinematografici a cui ha lavorato, Adam ha infuso le proprie esperienze. Da pilota della Raf ricava l'attitudine alla spericolatezza di Bond: ecco i razzi della Spectre in Dr.No (1962), la stazione dei satelliti di Moonraker (1979), il centro di comando nel cuore del vulcano in Si vive solo due volte (1967), 700 tonnellate di acciaio e cinque mesi di lavoro negli studi di Pinewood, l'astronave Enterprise di Star Trek , che ha fatto scuola.
Un mondo di ieri, certo: oggi i set si costruiscono digitalmente. «Ma uno dei motivi per cui i film di Bond ebbero successo è che questi ampi set venivano costruiti realmente e sembravano veri. Non mentivamo al pubblico», dice Ken Adam, Oscar nel 1976 per Barry Lyndon di Kubrick e nel 1995 per La pazzia di Re Giorgio e un gran numero di riconoscimenti, tra cui il British Academy Film Award. Avendo lavorato con attori come Marlon Brando e Laurence Olivier, l'architetto dei sogni, una delle poche superstar del cinema né regista, né attore, né scrittore, sa che lo spazio influenza la recitazione. Forme geometriche concise, triangoli asimmetrici, rettangoli distorti illuminati da ombre e luci drammatiche da Gabinetto del Dottor Caligari gli vengono dai film di Murnau, scoperti a Londra. E il suo rapporto col perfezionista Kubrick, col quale fece due classici, Il dottor Stranamore e Barry Lyndon ? Ken, abituato alla velocità, doveva portarlo a 30 all'ora sulla sua Jaguar, perché il regista ascoltasse, con la dovuta calma, i suoi aneddoti su Billy Wilder e la Berlino weimariana.
Esasperato dalla puntigliosità di Kubrick, Adam non voleva accettare l'incarico per il film Barry Lyndon . Kubrick gli scrisse una lettera: «Che tu sia diventato una star, non dovrebbe spingerti a comportarti di conseguenza». Punto sul vivo, Adam cedette, guadagnando il suo primo Oscar. E il primo esaurimento nervoso.
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