"Vi racconto il viaggio tra fantasia, ascolto e voglia di comunicare"

Nel nuovo disco la giovane artista (22 anni) mescola suoni e culture. Con un idolo: Bjork

"Vi racconto il viaggio tra fantasia, ascolto e voglia di comunicare"

C'è sempre un garbo d'altri tempi nelle parole di Francesca Michielin, qualcosa che la mette in una dimensione parallela rispetto a quasi tutti gli altri artisti. E anche il suo nuovo disco 2640 è il volo soffuso e ispirato di una ragazza, nata «per caso» a Bassano del Grappa, che dopo la vittoria a X Factor è cresciuta pian piano fino a trovare una cifra stilistica molto personale. Aveva 16 anni, ora ne ha 22 ed è una polistrumentista che ha scritto pressoché da sola la stragrande maggioranza dei nuovi brani, collaborando per gli altri con i golden boy della nuova canzone d'autore, Calcutta, Tommaso Paradiso e Cosmo. In poche parole, la password di 2640 è nei tre triangoli in copertina: uno rosso che indica la comunicazione, l'altro azzurro come il mare, ossia l'ascolto, e l'altro verde come la montagna, che stimola l'immaginazione. Niente male come ispirazione per un album pop.

Chissà quanto ci avrà impiegato a comporre tutte le canzoni, cara Francesca Michielin.

«Tutti i brani sono stati scritti in modo viscerale, spesso sono nati in pochissimo tempo, una volta sono bastati 40 minuti per dare forma quasi definitiva a tutta la canzone. È stato praticamente un processo vulcanico, proprio come il titolo di uno dei singoli in radio che è anche già stato certificato di platino».

I titoli confermano questa energia. Ad esempio Lava.

«Un brano senza peli sulla lingua. Il mio idolo è Bjork ma qui mi ha ispirato Tahiti di Bat for Lashes. Volevo gettare della lava vera e propria sul concetto di donna intesa soltanto come massaia che deve stare in casa a lavare i piatti e allevare i figli. Le donne non vanno considerate di serie B».

La serie B dà anche il titolo a un brano, tra l'altro scritto con Calcutta.

«In questo disco c'è un'anima sportiva. A ispirarmi è stata la retrocessione del Vicenza. Ero bambina, a casa piangevamo tutti e mi sono concentrato su quanto sia difficile retrocedere nella vita. Ma è anche un elogio a chi sta crescendo ed è in serie B soltanto di passaggio».

Dal calcio alla Formula Uno. Ha dedicato una canzone a Fernando Alonso della McLaren.

«Il testo mi è venuto spontaneo a marzo o aprile, poco dopo l'inizio del mondiale. Alonso, che ho conosciuto un giorno ai box di un Gran Premio, è super sanguigno, va dritto all'obiettivo».

Uno degli obiettivi del disco è la comunicazione.

«A un certo punto mi sono chiesta: ma io ho comunicato ciò che volevo dire?».

E cosa si è risposta?

«Prima non lo so. Ma con questo disco ho detto tutto quello che volevo dire».

Siamo nell'epoca della comunicazione.

«Ma c'è una ricerca esagerata della velocità che spesso porta al fraintendimento. A questo concetto io voglio dare un significato più ampio. Per me anche viaggiare è un modo di comunicare».

E i social network?

Sono divertenti e creativi e possono servire a comunicare anche meglio. Certo, molto dipende da come vengono utilizzati».

In Tapioca c'è addirittura un campionamento in lingua ghanese.

«È tratto da una canzone di ringraziamento nella quale si dice: Per ringraziarti suonerò ancora più forte. Sia con Calcutta che con Cosmo i brani sono nati per amicizia o divertimento, mangiando falafel insieme».

Adesso tocca al tour.

«Inizio a Parma il sedici marzo, poi Milano,

Torino, Brescia e via dicendo nell'atmosfera che mi piace di più, quella dei club. Però sul palco ci sarà poco spazio. Sia io che la mia band suoniamo molti strumenti e tenerli tutti insieme non sarà facile» (sorride - ndr).

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