Dal 4 ottobre 2020 al 7 aprile 2021. Juventus-Napoli, terza giornata del girone di andata, andrà in scena oggi (ore 18,45) allo Stadium. Meglio però aggiungere un forse. Per l'ennesima volta. Perché la positività di Bernardeschi, confermata ieri in aggiunta a quelle che nei giorni scorsi avevano riguardato Bonucci e Demiral (ieri negativizzatosi), lascia ancora aperta la possibilità dell'ennesimo rinvio. L'aria che tira non è quella, però mai dire mai: «Non abbiamo un focolaio e, senza quello, non ci sono elementi per rimandare la partita le parole di Carlo Picco, direttore dell'ASL di Torino - Faremo verifiche e vigileremo, ma per ora la situazione è questa. Il focolaio è stato in parte contenuto, i giocatori sono stati isolati. Al momento le positività non sono tali da giustificare un intervento dell'Asl così drastico». Avanti, allora. Ricordando anche che 185 giorni fa il match non andò in scena per la positività di due calciatori partenopei, ovvero Elmas e Zielinski: «Noi rispettiamo il protocollo così Pirlo - Ci presenteremo e giocheremo. Ovviamente siamo in sintonia con quello che dice l'Asl».
Insomma: se non ci saranno interventi diretti e dell'ultima ora da parte dell'Azienda Sanitaria, la partita durata sei mesi e più si disputerà. Con la Juve cosciente di avere le spalle al muro per l'ennesima volta in stagione e il Napoli in piena rimonta, reduce da quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque partite, con 15 gol fatti e 7 subiti, avendo recuperato proprio alla Signora cinque punti nelle ultime due partite. «C'è pressione ammette Pirlo - Dobbiamo conquistare un posto in Champions e guardarci le spalle». Sarà un mezzo spareggio, ecco. E vale la pena ricordare che al San Paolo si imposero Insigne e compagni (1-0): per questo, tenuto conto che a fine campionato varranno gli scontri diretti in caso di arrivo in parità, un eventuale pareggio odierno verrebbe accolto con un mezzo sorriso da parte dei campani. Sulla reazione di Agnelli, invece, non è dato sapere: i pettegolezzi vogliono che in caso di ko la panchina di Pirlo possa saltare, con Allegri dietro l'angolo e magari non solo lui. Del resto, con i conti già da profondo rosso, fallire anche la qualificazione alla Champions significherebbe perdere un'altra ottantina di milioni: un disastro. «Non è la nostra ultima spiaggia ha argomentato il tecnico bianconero ma certo sarà una gara importante perché si affrontano due squadre con gli stessi obiettivi». Sullo sfondo, appunto, il rischio esonero e il recente sabato pomeriggio che Agnelli ha trascorso con Allegri in Versilia: «Sono stato avvertito dal presidente in persona dell'incontro: a parte il calcio, l'amicizia resta. Se andassi a cena con Maldini, non dovrei per forza diventare l'allenatore del Milan.
Con Agnelli ho un contatto quotidiano: sono al corrente della sua fiducia, ma i risultati cambiano tutto e starà a me far sì che io possa essere l'allenatore della Juve anche l'anno prossimo». Il problema è che, prima di pensare ad allora, ci sono un oggi e una panchina da salvare.
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