Per Bacca, che bel Milan

I rossoneri ritrovati, subito a segno con il colombiano Boateng rilanciato fa il bis La Fiorentina non c'è più

Per Bacca, che bel Milan

Dopo sei anni, ai tempi di Ibrahimovic il precedente, il Milan torna padrone di San Siro contro la Fiorentina. Se la cucina allo spiedo con un paio di velenosi contropiede che dimostrano la virtù principale della squadra di Mihajlovic, finalmente sorridente. Bacca firma un gioiellino di gol, Boateng fa altrettanto quando la Fiorentina è tutta davanti a cercare fortuna.

È vero, forse fa anche un piacere all'Inter frenando la rincorsa della Viola, alla seconda sconfitta consecutiva, segnale di un qualche meccanismo in avaria, ma recupera finalmente autostima e sicurezza, mai avute fin qui nel girone d'andata. Il viaggio di ritorno del campionato invece comincia con questo squillo di tromba. Per una volta lo snodo della sfida sembra scritto su misura per il Milan di Mihajlovic che si esprime meglio quando può sgabbiare negli spazi. E infatti al primo fulminante contropiede (palla da Donnarumma con le mani a Bonaventura e poi a Bacca), ecco il gol che coglie di sorpresa Tomovic e segnala l'assenza di Gonzalo Rodriguez (squalificato), firmato dal bomber colombiano con una gemma balistica. A quel punto il Milan può difendersi meglio e la Fiorentina, che pure comanda il gioco, fatica a trovare valichi e a liberare qualcuno dei suoi al tiro (una volta Bernardeschi murato).

La novità per i rossoneri è la buona organizzazione tattica, squadra corta, che si lascia persino schiacciare pur di schizzare fuori dalla metà campo per apparecchiare qualche contropiede. Marcos Alonso e Borja Valero sono i più puntuali in un meccanismo, quello viola, che sembra aver smarrito la precisione di un tempo e anche l'efficacia delle precedenti settimane. Anche nella parte iniziale della ripresa capita sempre al Milan una delle più appetitose occasioni per arrotondare il risultato con Antonelli solo davanti a Tatarusanu (moscio il suo piattone). La viola gode di libertà sui due lati: Alonso (prima del ko alla caviglia) sfonda spesso da una parte, Bernardeschi dall'altra anche se le due sentinelle, Abate e Antonelli, montano una buona guardia. Sousa gioca pure la carta di Pepito Rossi, mentre sale il rendimento di Montolivo (per la prima volta esce tra gli applausi, clamoroso a San Siro!), vero regista, e di Bonaventura che riporta cento palloni fuori dal fortino. Se si aggiungono la resa, strepitosa, dei difensori, allora si può parlare di un Milan operaio, capace, nella sofferenza, di esaltare le sue migliori virtù. In contropiede anche il secondo sigillo giunto nel finale con Boateng, una sorta di marchio di fabbrica che fa esplodere Mihajlovic. Alla fine può scaldare i muscoli anche Balotelli, per pochi minuti.

Forse può essere questa la svolta tanto attesa. I piani del mercato milanista sono scolpiti dalle parole di Adriano Galliani, protagonista in tribuna di un colloquio-chiarimento con il ct Conte (al cospetto di Sacchi e Oriali) sulla vicenda dello stage annullato per l'opposizione dei club.

Eccoli: oggi sono in arrivo il visto per Luiz Adriano e il sì del fondo del Qatar per Cerci al Genoa, liberando così una casella che può essere occupata da Vangioni, l'argentino libero per giugno. Se El Shaarawy dovesse partire per Roma, al suo posto potrebbe arrivare subito El Ghazi dall'Ajax. «Witsel si muoverà a giugno», la garanzia. Appuntamento rinviato.

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