Nostro inviato a Montecarlo - Sofferenza al potere, la Juve ritrova la semifinale di Champions dopo 12 anni ma non saranno dolci ricordi. Se la gode e se la godrà il popolo bianconero, però ora i sogni rischiano di diventare illusioni. Partita che ha smascherato la dimensione: la Juve c'è, ma le altre sono ancora più grandi. Il Monaco è riuscito a metter nuda questa Signora, senza toglierle l'ultimo velo. Sono mancati mira e gol della conquista. La Juve ha difeso la rete segnata a Torino (qualcuno non smetterà di pensare a quel rigore fasullo) con unghie, denti e la forza difensiva interpretata da Buffon e Bonucci, oh yes proprio lui. Onore ai vincitori, ma ora ci vorrà un bel salto di qualità: dalla prossima partita e dalla prossima Champions nella quale la Juve è ormai sicura di partire testa di serie.
Il salottino di Montecarlo non è una bolgia, Juve in blu dipinto nel cielo blu del Louis II eppur comincia come una cenerentola a corte, nemmeno le basti sentir dire: Principato. Squadra strana e stranita per un tempo. Forse preoccupata dal primo intervento di Chiellini con tanto di scivolata, un déjà vu del gol subito a Torino dal Borussia. Stavolta l'altro, ovvero Moutinho, non va in gol ma la frittata è fatta quando il difensore allunga la mano per togliergli palla dal piede e l'arbitro fischia l'ammonizione: la più veloce di tutta la Champions, dicono le statistiche. Non proprio una benedizione. Primo segnale di una partita che la Juve ha sofferto nella testa e nel gioco. Francesi subito a tutto gas, come prevedibile, Juve incapace di frenare la velocità e le percussioni di Silva da destra e del gioiellino Kondogba deciso a sfondare al centro, simil Pogba anche per stazza fisica. Difesa bianconera in trincea, Bonucci in palla, quasi marziano, Barzagli a rischio autogol dopo 15 minuti. Chiellini, in coppia con Vidal, ha messo a tutti il dubbio sul rigorino, dopo 36 minuti, per un taglia fuori su Kondogbia azzoppato allo stinco. Troppi problemi da Chiellini.
Pirlo, invece, centrato fin dal primo colpo nei lanci verticali, peccato che gli altri non lo fossero altrettanto nel gioco. Tevez per un tempo quasi assenteista, ad eccezione di un tiro, proprio l'ultimo del tempo, capace di risollevare il morale della Juve. Dice tanto il conto della Signora: incapace di calciare in porta per trequarti d'ora. Invece il Monaco ci ha provato 7 volte ma sono stati più brividi che arrosto.
Monaco più arrembante, e non c'era da stupirsi. Ma la Juve così insipida, intimorita, spettacolare nella grinta (rischiosa) di Vidal, desolante nei giri bassi di Marchisio, Lichtsteiner e dello svolazzante Morata (un contropiede mandato in fumo, nella ripresa, ha fatto imbufalire Tevez), non è stata un bel vedere e nemmeno rassicurante. Poi potremo discutere per anni sul livello più o meno europeo della squadra: ieri sera livello italiano e niente più. E buon che il Monaco ha confermato di essere una francesina acqua e sapone. Buffon, ad inizio ripresa, se l'è vista brutta diverse volte. Chissà cosa avrà pensato Conte, che stava in tribuna. I francesi hanno cercato sostanza, inserendo Berbatov. Invece Allegri ha chiesto a Llorente di provare a tener palla meglio di Morata. Mosse ininfluenti. La Juve ha tracimato e sbuffato nella sofferenza. Il centrocampo ha cercato affannosi contropiede, non riuscendo a tener solido assetto. Lanci lunghi e pedalare, faceva intendere Pirlo.
E solo quando il Monaco ha perso ritmo, i bianconeri hanno ritrovato gioco. Ma, ad accezione della traversa scheggiata da Pirlo, il tiro in porta ieri sera non era cosa sua. Resta la qualificazione e non è poco davvero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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