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Calhanoglu salva il Milan contro l'orgoglio del Toro. E adesso c'è la Signora

Rossoneri ok. Omaggio a Kobe Bryant con giallo. I tifosi si aspettavano anche il minuto di silenzio

Calhanoglu salva il Milan contro l'orgoglio del Toro. E adesso c'è la Signora

E sono cinque. Tre successi in campionato e altri due in coppa Italia, tutti di fila. Dall'avvento di Ibra e dal cambio di sistema di gioco, c'è il ritorno dei rossoneri sulla scena del calcio italiano. Cinque volte Milan che adesso si guadagna la semifinale al cospetto della Juve, la grande rivale delle ultime due finali perse da Brocchi e Gattuso nel passato. Toro degno rivale almeno fino al novantesimo, raggiunto proprio sul gong da una stoccata di Calhanoglu, lo straordinario cecchino dei minuti successivi in cui Ibrahimovic, autore di un errore sotto porta, mette il sigillo al successo e riscalda il cuore dei 40 mila di San Siro. Il Toro sfiora addirittura il colpaccio con un difensore, Bremer, prima di cedere quasi di schianto sul piano fisico oltre che su quello tecnico e fisico. Quando cede l'ultima trincea, Sirigu, uscire di scena è inevitabile.

Toccante l'omaggio di San Siro al milanista Kobe Bryan: tutte le immagini nell'oscurità dello stadio, la maglia numero 24 esposta come un trofeo insieme al mazzo di fuori, valgono forse più del minuto di raccoglimento non chiesto dal Milan (dixit Gravina) e per il quale, curiosamente, si erano preparate le due squadre e i tifosi. Magico il momento di Ante Rebic reduce da una serie di prodezze balistiche che suggeriscono a Pioli di schierarlo subito al fianco di Piatek. Nel calcio va sfruttato il piedino caldo e ispirato. Invece di approfittarne il polacco, se ne giova Bonaventura, uno che sente l'odore del gol da lontano e che s'inserisce a fari spenti in area per chiudere in rete il fendente del croato liberatosi a sinistra. Così nasce il vantaggio del Milan, impreziosito più tardi dalla stilettata di Castillejo (respinta da Sirigu) e dal gol dello stesso Rebic sporcato dal precedente tocco di mani di Piatek. Certo il croato è anche un tipo fumantino. Con Izzo se le danno e se le promettono e quando reagisce con una manata, il milanista rischia grosso, cavandosela con l'ammonizione.

Su quel binario di sinistra, nella prima frazione, il Toro soffre fin troppo anche per le incursioni di Theo che serve un paio di cioccolatini che né Piatek né Krunic riescono a scartare. All'improvviso, e senza alcun preavviso, i granata si ritrovano sul pari grazie alla generosa corsa di un difensore, Bremer che chiude un triangolo largo con Belotti, beffando Donnarumma sotto il costato prima dell'intervallo. È sempre il brasiliano il jolly speso dal Toro per rovesciare risultato e inerzia della sfida nella ripresa, scandita dagli affanni del Milan specie in difesa mentre davanti è quasi inevitabile il cambio di Piatek sempre in ritardo su qualsiasi giocata con Ibrahimovic. Il colpo di testa del difensore di Mazzarri coglie tutta la difesa, da Donnarumma agli altri, fuori posizione e poco attenti.

Dalla panchina di Pioli arriva l'altra sorpresa della sera. Calhanoglu, appena entrato al posto dell'inutile Krunic, consegna ai suoi il 2 a 2 con un destro al volo dal limite dell'area. Incredibile l'epilogo dei 90' regolamentari: Ibra sbava incredibilmente a porta vuota il gol del possibile 3 a 2 e condanna tutti ai supplementari.

Calhanoglu e Theo stregati da Sirigu, Belotti frenato da Donnarumma sono le cadenze che precedono all'uno-due del Milan interpretato da Calhanoglu e Ibrahmovic.

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