Covid, furia Bologna-Udinese. Malagò: "Nuovo protocollo"

I rossoblù: "In campo domani? Vessati, sprezzo per l'equità". I friulani: "Come al torneo del bar"

Covid, furia Bologna-Udinese. Malagò: "Nuovo protocollo"

Lo show deve andare avanti. Di fronte al caos scatenato dal virus in Serie A, sembrano quasi diventate un dettaglio le necessità di allenarsi e preparare le partite in gruppo. Ne sa qualcosa il Bologna, costretto a scendere in campo domani sera a Cagliari per la sfida prevista ieri, slittata a causa del provvedimento di quarantena dell'Asl locale che aveva già fatto saltare la sfida con l'Inter all'Epifania. Oggi gli esiti dei tamponi, la formazione per Mihajlovic è un rompicapo tra assenze e incognite last minute. Il comunicato del club emiliano contro la Lega Serie A è durissimo: «La scelta di Cagliari-Bologna è immotivata, penalizzante e vessatoria. I giocatori che non risulteranno positivi dovranno giocare una partita senza aver di fatto potuto svolgere allenamenti per una settimana, con tutti i rischi che ne conseguono anche per l'incolumità degli atleti».

Un po' di buon senso sarebbe stato utile, magari aspettando periodi migliori nella lotta contro il virus: «Siamo allibiti di fronte a un provvedimento preso senza reali necessità di urgenza - prosegue il comunicato - Né il Bologna né il Cagliari disputano le coppe europee e quindi non mancano le date disponibili in calendario. La scelta dimostra sprezzo per i più elementari principi di equità competitiva e di tutela dell'integrità fisica dei calciatori». Rabbia anche dell'Udinese con 12 giocatori out. Dopo la netta sconfitta di Bergamo il ds Marino attacca: «La partita è stata un martirio. Siamo stati costretti a radunarci domenica mattina, come al torneo del bar».

Almeno sino a inizio febbraio sarà una Serie A per pochi intimi. Soltanto cinquemila spettatori. In questo caso la scelta all'unanimità dell'Assemblea di Lega ha ricevuto ieri il plauso del presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Era elevato il rischio che il governo facesse cadere dall'alto la sua decisione quindi quella era la scelta corretta da fare.

Intanto la federazione medico sportiva insieme al Coni sta predisponendo un nuovo protocollo, poi ogni disciplina avrà le sue esigenze specifiche». Infine una stoccata alle Asl che vanno in ordine sparso e vengono smentite dal Tar: «Così si perde di credibilità. Forse il calcio poteva giocare d'anticipo e prevenire certi problemi».

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