Il Diavolo rinato tra follia e lezioni

Elogio della follia. Ci vuole di sicuro un pizzico di sana e lucida follia per consigliare a Stefano Pioli di rispedire indietro Pulisic che si era proposto per indossare i guanti di Maignan espulso e chiamare alla sostituzione invece Olivier Giroud

Il Diavolo rinato tra follia e lezioni
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Elogio della follia. Ci vuole di sicuro un pizzico di sana e lucida follia per consigliare a Stefano Pioli, sulla base di una banale valutazione in centimetri, di rispedire indietro Pulisic che si era proposto per indossare i guanti di Maignan espulso e chiamare alla sostituzione invece Olivier Giroud. Elementare la spiegazione relativa: «Ho detto a Pulisic: perché Olivier è più alto di te». Nel caso specifico, più che alto, Giroud è stato più gatto oltre che più alto dell'americano. Perché solo grazie a un guizzo felino, il bomber francese è riuscito ad anticipare Puscas e poi ad abbrancare la palla prima che finisse sui piedi di un altro rivale. Giroud è stato poi festeggiato negli spogliatoi di Marassi e osannato dai suoi sodali e dal popolo dei tifosi. «Ho fatto una parata che vale come un gol» il suo auto-riconoscimento. Il club, per risposta commerciale immediata, ha stampato e messo in vendita la maglia verde del portiere con il cognome di Giroud e il numero 9 a memoria futura dell'evento inserendo l'attaccante nella lista ufficiale dei portieri rossoneri sul proprio sito.

Fin qui l'elogio della follia. Che invece diventa imbarazzo per le accuse rivolte dal presidente del Genoa Alberto Zangrillo, stimatissimo medico, all'uscita di Maignan (punito col cartellino rosso e squalifica scontata contro la Juve) a cui è stato attribuito un gratuito intento volontario. Il portiere ieri ha risposto per le rime: «Zangrillo! Le parole hanno un significato. Quello che è successo ieri è stato un atto d'azzardo, forse un atto d'azzardo deplorevole, ma in nessun caso un assassinio. Ti auguro il meglio per il futuro e spero che tu non debba mai sperimentare ciò di cui mi hai accusato». E il Milan in serata si è schierato: «Mike, chi ti conosce sa bene quanto tu sia un esempio di sportività e serietà. Siamo tutti al tuo fianco».

Non è invece semplice follia quello che è avvenuto nel Milan dopo la famosa legnata presa nel derby. E analizzare il dopo 1 a 5 è compito indispensabile per spiegare l'immediato riscatto e il ritorno in cima alla classifica avvenuto nel breve spazio di 24 giorni. I risultati rappresentano il primo indizio: 4 successi su 4 partite (Verona, Cagliari, Lazio e Genoa) con qualche difficoltà tradita nel primo e ultimo caso, conseguenza diretta delle prove di Champions. Il secondo indizio è dettato dalla tenuta stagna della difesa: 1 solo gol subito (a Cagliari), zero nelle due sfide di Champions league, contro i 6 realizzati, grazie soprattutto al rendimento strepitoso di Tomori, partito con qualche distrazione di troppo. Terzo e ultimo indizio: la resa delle prime linee e delle alternative messe a disposizione di Pioli dal mercato estivo. Tra questi l'americano Pulisic (4 centri, 3 col piede debole, il sinistro) ha superato nettamente le aspettative perché è stato accolto da ma, però sulla base del discutibile profitto avuto negli anni del Chelsea, un team che negli ultimi tempi è una nave senza capitano. Piuttosto il giudizio raccolto a Marassi da Chukwueze ha rimesso il nigeriano al centro delle critiche mentre per Okafor possono fare da salvacondotto i due gol fin qui realizzati, uno a Cagliari e il secondo contro la Lazio.

Ecco allora cosa è avvenuto dopo la batosta del 16 settembre: è avvenuta una reazione orgogliosa e sana, degna di un gruppo che è sempre stato sottostimato dalla concorrenza milanese e che ha trovato proprio in quei giudizi le vitamine per rialzarsi e rimettersi a correre.

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