Tre anni dopo la legalizzazione del mercato del poker online in Francia, avvenuta a giugno 2010, il mercato transalpino mostra i primi segni di declino. Le giocate calano, i grandi giocatori lasciano la Francia e i nuovi clienti sono sempre più rari. «Prima i tavoli si riempivano in dieci minuti, ora non è raro che si attenda fino a 15 minuti prima di iniziare a giocare», affermano alcuni giocatori di siti di poker online francesi.
La Geste, associazione che riunisce gli operatori Betclic, Francaise dei Jeux, Barriere e Pokerstars, sta per trasmettere al Ministero dell'Economia francese una richiesta di aiuto paventando, dopo le riduzioni registrate del 2012 (-5%) e nel primo trimestre del 2013 (-13%), una consistente riduzione del volume d'affari anche nel 2014 (-20%). Alcuni big hanno preso già le proprie decisioni, come ad esempio il Gruppo Part ouche - uno dei primi a lanciarsi nei giochi online nel 2010 - che ha chiuso definitivamente il proprio sito di poker. In Francia in un anno e mezzo ben dieci operatori hanno «gettato la spugna» e attualmente ne restano solo 15 tra cui Winamax e Pokerstars, che hanno conquistato i tre quarti del mercato e sembrano gli unici ad averci guadagnato un po' da questa espansione di mercato. Secondo Pokerstars la causa è da imputare anche alle regole troppo stringenti imposte dal mercato francese: «Per iscriversi occorrono fino a 40 minuti, vengono richieste le coordinate bancarie e questo è dissuasivo per i giocatori».
Inoltre, il numero di varianti di poker è limitato rispetto agli altri e le tasse eccessivamente elevate. E da circa un anno l'amministrazione fiscale ha effettuato anche una valanga di controlli sui giocatori professionali e di conseguenza molti giocatori hanno scelto l'esilio fiscale. In un solo anno infatti circa 1.500 grandi giocatori e tre importantissimi giocatori professionali - che generavano 400 milioni di introiti annuali - hanno lasciato il mercato francese del poker online, ha affermato Geste.
Per far fronte all'emergenza poker online in Francia, allo studio c'è la possibilità di autorizzare nuove varianti di poker, anche se il decreto preparato in tal senso da Bercy e l'Arjel stenta a vedere la luce.
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