Ganna oro bis nel Mondiale del dramma

L'azzurro vince di nuovo. Ma un giudice americano lotta tra la vita e la morte

Ganna oro bis nel Mondiale del dramma

Oro! Nuovamente oro! Dopo il titolo mondiale di Londra nel 2016, Filippo Ganna si riveste nuovamente con i colori dell'arcobaleno sulla pista di Apeldoorn, in Olanda, che ieri ha anche vissuto un momento di grande drammaticità: il terribile incidente che ha coinvolto un giudice americano.

La maglia di campione del mondo è nuovamente di Filippo Ganna, imponente e giovanissimo ragazzo piemontese, che compirà 22 anni il prossimo mese di luglio, e che solo un anno fa era stato medaglia d'argento nella stessa specialità. Il verbanese in finale ha battuto il portoghese Ivo Oliveira con il tempo di 4'13"607 (nuovo record italiano, ndr); Oliveira si è fermato a 4'15"428. Oliveira è partito subito forte accumulando più di un secondo di vantaggio, ma il granatiere della UAE Emirates, in sella alla sua Colnago, ha recuperato giro dopo giro fino a passare al comando quando mancavano 500 metri alla conclusione e dominando letteralmente l'avversario, che ha chiuso ad oltre due secondi.

Dall'Olanda arrivano notizie più che confortanti per il nostro settore della pista. Solo cinque anni fa il movimento azzurro faceva parte dell'extramondo. Eravamo noi gli oggetti non identificati, usciti dai radar del ciclismo che conta. Pedalavamo tristi solitari e mai in finale. Mai nel vivo di competizioni dominate da nazioni di riferimento come Gran Bretagna, Francia, Australia o la Germania.

Cinque anni fa l'Italia della pista era Elia Viviani, che da solo lottava per il mondo. Dietro di lui, in questi anni, è stata costruita una vera e propria scuola, composta di una nuova generazione di corridori. A oggi la nostra contabilità iridata parla di quattro medaglie: una d'oro, una d'argento e due di bronzo (e un podio sfiorato nell'Omnium da Elisa Balsamo, a un punto dal bronzo). Oltre all'oro di Ganna, l'argento di Michele Scartezzini nello scratch. E poi ci sono i due bronzi nell'inseguimento a squadre, sia con i ragazzi che con le ragazze. I Mondiali di Londra 2016 sono stati la svolta, la qualificazione per i Giochi di Rio, il biglietto d'imbarco verso una nuova rinascita. L'Italia è tornata a pieno diritto nella élite della specialità simbolo del settore endurance. L'inseguimento a squadre è difatti la prova regina. Essere forti nell'inseguimento significa avere un movimento in salute: non è un caso.

Assolutamente casuale, invece, l'incidente che ha avuto come protagonisti Diao Xiaoujuan, atleta di Hong Kong e il giudice americano Andrew McCord.

L'uomo stava raccogliendo un oggetto che era rimasto in pista, quando è stato travolto a tutta velocità dall'atleta di Hong Kong: l'impatto è stato spaventoso. Prontamente soccorso, il giudice è stato trasportato all'ospedale di Zwolle. È ricoverato in neurochirurgia dove hanno riscontrato un ematoma al cervello: è in coma farmacologico.

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