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Insigne spegne il sogno del Torino al 92'

Granata a lungo in vantaggio, poi magia del capitano azzurro nel recupero

Insigne spegne il sogno del Torino al 92'

Insigne salva gli azzurri ma tre indizi fanno una prova. Il Napoli si è afflosciato su sé stesso, gioca male, non ha fame, è lento, prevedibile ed è andato vicinissimo al terzo ko di fila. Quanto basta per far dubitare di Gattuso, che vive il peggior momento da quando ha iniziato l'avventura in azzurro, esattamente un anno fa.

Il risultato finale è lo specchio di una gara per lunghi tratti anonima da parte degli azzurri, giocata con prudenza e maggiore compattezza dal Torino, più reattivo sulle seconde palle e messo meglio fisicamente in molti elementi. Giampaolo non s'è vergognato di schierare una linea difensiva a cinque, di fatto congelando qualsiasi iniziativa avversaria sulle due fasce e costringendo Insigne ad accentrarsi, nella zona dove la maggiore densità granata ha fatto la differenza.

Al Napoli è mancata la lucidità negli ultimi venti metri, un continuo rimbalzare contro il muro avversario senza che mai si accendesse la luce dell'attacco, ai quali si chiedevano accelerazioni e fantasia. La disperazione di classifica ha imposto al Toro l'unica soluzione tattica percorribile, difesa ordinata e tutte le preghiere affidate a Belotti. Il monotono e inefficace palleggio casalingo viene squarciato nella ripresa dal sinistro preciso e fortunato di Izzo, unico lampo degli ospiti che però basta e avanza per respirare e salvare Giampaolo. Sarebbero stati tre punti se in pieno recupero Insigne non avesse trovato il jolly della disperazione, il solito tiro geniale che evita il tonfo clamoroso ma che alimenta i dubbi sulla natura tattica del Napoli.

Come dice la mossa disperata di Gattuso, costretto a inserire Llorente che non giocava da undici mesi.

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